I pensieri dei primi giorni

I pensieri dei primi giorni sono sempre gli stessi. Cambiano i nomi e i colori, l’ubicazione, la tipologia della questione ma la sostanza rimane sempre quella. Camminando a passo svelto per Yonge St. ragionavo e le frasi che mi frullavano in mente, a un punto, erano somiglianti a quelle di Dublino. Quella familiarità in fondo mi ha confortato, sono tornato un po’ indietro nel tempo e certi interrogativi non mi hanno spiazzato come magari a marzo 2013, la prima volta che mettevo il naso fuori in un certo modo. In maniera ciclica certe cose si ripropongono, quando ti sovvengono alcune domande le riconosci da lontano e stavolta sei più fortunato dell’ultima perché mezza risposta la sai già.

Il tempo è l’unica certezza, le settimane che ti metti sulle spalle schiudono le domande e aprono i sentieri, liberano la testa e asciugano le fatiche iniziali. Le curve sono diverse, il paesaggio è differente, ma le grandi questioni che devi affrontare hanno un contenuto simile, cambiano un po’ nell’accento, ma questi, sono dettagli.

Cinque giorni di Canada, una vita davanti, un percorso appena cominciato e che certamente non sarà breve, di sicuro più lungo delle altre volte e con insidie nuove. In fondo sei tu contro tutto, la cosa più difficile ma quella paradossalmente più semplice, quella che ti illumina il campo davanti perché sai che le risorse puoi trovarle solo dentro di te e quando serviranno saprai quanto meno dove reperirle, senza perdere inutilmente tempo guardando altrove.

Certo, se poi evitassi di sognarmi due notti di fila una persona che è sotto la mia pelle a prescindere da tutto ma che è anche allo stesso tempo la meno adatta da avere in testa per una dozzina di motivi, allora sarebbe tutto un po’ più facile, ma il saggio da Hong Kong ha detto che è un classico, perché “Certi personaggi di fondo rappresentano le tue paure, il cambiamento e l’ansia”.

I pensieri dei primi giorniultima modifica: 2015-01-18T18:55:12+01:00da matteociofi
Reposta per primo quest’articolo