Non la migliore Pasqua

Tutto è stato tranne che un piacevole break pasquale per ovvi motivi. Impossibile godersi giornate così quando la mattina del secondo giorno, mentre ti svegli e controlli il telefono, tutto viene letteralmente squassato da una notizia drammatica che avresti voluto leggere il più tardi possibile, fra tanti mesi e non il giorno del Good Friday, esattamente come un anno fa, quando il primo riposino pomeridiano canadese, dopo tre mesi di soggiorno, fu spazzato via dall’inizio del dramma consumatosi definitivamente pochi giorni fa.

Lo dicevo oggi a David, la vita è crudele per un motivo in fondo: una bella notizia, una grande notizia, ha dei margini di peggioramento, una notizia brutta, drammatica, è invece irrecuperabile. La potenza e il valore assoluto degli estremi è sproporzionato, e ingiustamente pende dalla parte sbagliata, per questo alla fine ti viene da dire che la vita sia ingiusta e maligna. Credo solo che la nascita di un figlio sia una notizia bella, bella in modo definitivo e senza appello. Tutto il resto ha troppi margini di manovra, di mutamento e quindi di deviarsi in qualcosa anche di negativo.

Essere lontani significa non esserci. Nel bene e nel male. Ma se nel primo caso l’emozione limpida e forte colmerà magari la tua assenza, nel secondo non c’è soluzione. Vorrei essere a Roma, ora, così come fra alcune settimane per Andrea, ma non posso. Essere lontani significa tanti sacrifici, privazioni pratiche ma anche emotive, così come il non poter condividere certi momenti con le persone a cui sei legato affettivamente.

Al mio fidato amico, stasera raccontavo e spiegavo un concetto che da giorni mi rimbalza in testa. Andandomene da qui so per certo, già da ora, che mi rimarrà un profondo senso di amaro in bocca. Di incompiuto, di “avrei voluto, ma non mi è stato possibile”. Mi manca tutta una sfera composta da tante cose diverse, non ho tutto quello che una persona della mia età, mediamente, dovrebbe avere, soprattutto se in esilio dall’altra parte del mondo e del tutto scollegato dal proprio universo, in particolare a livello affettivo. Non ho tutta quella parte relazionale e questo crea un evidente scompenso, perché il tutto si riduce a lavorare, e se le cose nel tuo ufficio magari non funzionano come dovrebbero o come vorresti, il quadro, inevitabilmente, prende un contorno profondamente scuro e negativo.

Mi sarebbe piaciuto godermi questo posto di più, avrei voluto colmare alcune lacune ma pur volendo non ho mai avuto la possibilità più di tanto, mi rimarrà temo questo rammarico, il fatto di non aver sperimentato fino in fondo, e come avrebbe meritato, una esperienza di tale portata.

Pur essendo piuttosto severo con me stesso, so che in questo caso non posso imputarmi più di tanto. Più hai in tasca e più puoi alleggerirti la vita e renderla meno pesante, più puoi spendere e più puoi divertirti. Non è una regola fissa, ma in contesti e situazioni del genere lo diventa. Mi dispiace che sia andata così ed è un peccato, lo so, perché sono consapevole che malgrado tutto, attenuanti e dati di fatto, il rimpianto mi rimarrà.

Tutta una parte emozionale, di divertimento e piacere, è stata totalmente annullata e se si somma a tutto il resto, di cui bisogna fare a meno, non è proprio facile. Sono sacrifici, è vero. Sarebbe bello sapere che verranno ripagati un giorno e io ho la netta sensazione, da tempo ormai, che così non sarà.

Dopo quasi mezzo litro di Jack Daniels e Cola penso di essere stato fin troppo chiaro nello scrivere un post così.

Viva il Catto, sempre. 

Non la migliore Pasquaultima modifica: 2016-03-29T23:09:40+02:00da matteociofi
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