Random (Parte II)

Per diverse settimane ho traccheggiato nel comprare la bici. Sì, perché quando le cose girano in una maniera, il timore della beffa è sempre drammaticamente dietro l’angolo. Non mi attanaglierà mai questa sensazione, ma nel caso specifico la storia della bici per me aveva un motivo specifico, uno choc d’infanzia.

Nell’estate del 1991 a Torvajanica mi rubarono una bicicletta nuova di zecca. Era perfetta, la mia primi vera mountain-bike con tanto di rotelle, nera-azzurra, nella mia mente è ancora lì, luccicante, pronta per essere guidata ma mi venne fregata nell’ascensore in una dinamica che dopo anni, io e mia nonna, ancora non ci siamo riusciti a spiegare.

Rubate una bici appena comprata ad un bambino di 4 anni e immaginate cosa possa scatenargli. Di sicuro fu il mio primo contatto con il fatto che il mondo è anche pieno di gente di merda. A me quello choc, come quello di tre anni dopo, la finale persa a Pasadena col Brasile, non mi hanno mai abbandonato totalmente. Ognuno di noi ha qualcosa di atavico e di drammatico che si porta dietro dall’infanzia, quella fase in cui siamo segnati a vita da episodi più o meno rilevanti.

Io in fondo vivo ancora quel timore e quella delusione. Dovessero rubarmi la bicicletta qui a Toronto, impazzirei, potrei ammazzare qualcuno a mani nude in un attimo È custodita in casa, quindi il rischio si riduce notevolmente, ma parcheggiarla magari vicino la spiaggia e non ritrovarla due ore più tardi, mi renderebbe Orlando dopo aver visto il letto in cui Angelica e Medoro hanno passato la prima notte di nozze.

Ricordo dopo essermi comprato la macchina nell’ottobre del 2006, la mia prima ed unica auto, che la prima cosa che facevo la mattina appena sveglio era andare subito in veranda e controllare se stava al suo posto. La sera la parcheggiavo in modo che fosse visibile dalla finestra, una notte d’estate invece ricordo di aver scavalcato dalla finestra della mia camera (cosa tutt’altro che agevole) per fiondarmi sul balcone e controllare se l’antifurto che suonava era della mia Seicento.

Non è fobia, è quello choc mescolato al fatto di essere profondamente possessivo dei miei oggetti, come buona parte dei figli unici che non hanno mai dovuto condividere niente con nessun altro.

Da alcuni giorni ho una serie di voglie particolari: fermarmi all’autogrill, andare a vedere una partita dell’Inter soprattutto in trasferta, andare a pesca con mio padre e sparare un botto, ma una cosa tipo un bel petardone, una roba in grado di fare tanto rumore. Non so invece perché giorni fa mi è tornato in mente un ricordo del liceo, quei sabato pomeriggio passati dopo pranzo in veranda a ricopiare le tavole per Disegno attaccato alla finestra da cui entrava il sole. Di solito i disegni che ricalcavo erano di Giulia e Donatella, io mi mettevo la Premier League in sottofondo e copiavo come un assatanato, uccellando il sistema e il professore di turno, in un gesto intriso di poesia e romanticismo.

 

Comunque sia, di questo anno ricorderò diverse cose, come il 7 aprile, i rifiuti, i no per ogni cosa, questo senso di perenne incazzatura e l’amarezza di non essere stato a Cracovia a raccontare live un evento che molto probabilmente non mi ricapiterà mai più in vita.

Tanti frammenti, in qualche modo uniti fra loro, costanti e novità, ma anche grandi classici come essere ossessionato dal ricordo di una persona, dal sognarmela ripetutamente, 2 volte negli ultimi 5 giorni non è male ad esempio.

Morirò di sonno o schiacciato da questa ossessione presumo, ma meglio questa che quella di non aver visto l’Inter vincere la Coppa dei Campioni a sto punto.

Ma vabbè, la cosa più importante è che sono il testimone della sposa e che è iniziato l’ultimo quadrimestre, quello in cui a scuola andavo sempre meglio.

Random (Parte II)ultima modifica: 2016-08-04T21:55:19+02:00da matteociofi
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