Dentro un casinò

Premetto fin da subito che questo sarà un post molto metaforico e che probabilmente non tutti riusciranno a capire fino in fondo, ma certamente alcune persone comprenderanno alla perfezione il discorso. Ieri pomeriggio all’università è venuta fuori una similitudine con il casinò ed ognuno di noi tre con una frase ha provato a riassumere la propria situazione. C’è chi sta invocando la buona fortuna di fronte al croupier ed è pronto a sedersi ad un tavolo dopo diversi rinvii, c’è chi invece ha capito che è arrivato il tempo di giocare e vorrebbe tanto sbancare anche perché crede di meritarsi una bella vincita, e poi ce n’è un altro che è indeciso se alzarsi o meno da un tavolo. L’ultimo personaggio in questione per certi versi sa anche le carte di alcuni avversari, molto probabilmente è uscito dal gioco quel lunedì 20 ottobre, gira per la sala ma continua a guardare quel tavolo che gli piace troppo e nonostante tutto tentenna ancora, consapevole che ha pochi soldi e che razionalmente sarebbe meglio andarsi a fare un giro magari alle slot machine. Non so come proseguiranno le partite, sarebbe facile, fin troppo bello e quindi anche poco credibile, pensare di uscire dal casinò con il malloppo in mano tutti sorridenti, la pallina sulla roulette e appena uscita e sta iniziando a girare, resta da vedere se si fermerà sul colore giusto, sul numero su cui abbiamo puntato, oppure no.  

 

Se mai giochi, mai vinci.

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