In biblioteca

Migliaia di pensieri hanno affollato la mia testa nelle ultime due settimane, ogni vagone del mio cervello è stato occupato da una serie di preoccupazioni più o meno gravi. Ho pensato a tutto, ho valutato centinaia di ipotesi, fra cui anche quelle più incredibili, una in particolare, abbastanza clamorosa. Lo stato di frustrazione ha raggiunto ormai apici mai visti, dopo ieri pomeriggio, ho capito definitivamente di essere in una situazione pirandelliana, tutto ha preso i contorni del tragicomico e lo scambio di lavori in cui mi sono ritrovato ieri ne è stata la conferma. Nel frattempo sto diventando la persona più attaccabrighe del mondo, cerco lo scontro e la discussione con chiunque, questo atteggiamento “lo giustifico” in un modo: devo prendermela con qualcuno dato che con la sorte non è possibile. Ci sono tre persone con cui vorrei tanto litigare. La prima è il mio nemico storico, giurato, ma non è fattibile; poi c’è una persona verso la quale sputerei molto volentieri tutto il mio livore, ed infine una new entry piuttosto inaspettata. Dietro l’ultima opzione, c’è una scelta ben definita in realtà, il Tattico è stato già messo ovviamente al corrente. Considerando che sto diventando sempre più meno tollerante, sono quasi riusciti a farmi andare per traverso pure la trasferta veronese. Intanto, stamattina, ho avuto la classica dimostrazione di come i tempi cambiano e gli anni passano. Alle 8 sono andato alla biblioteca nazionale e mi sono mischiato alla massa degli scolari. Scendere a Castro Pretorio, per me, ha un valore speciale, è stata la mia fermata per 5 anni, quelli del liceo, ed oggi, anziché avere l’Invicta sulle spalle e Roll with it a palla nelle cuffiette, portavo una valigetta con dentro il computer portatile. Non ho percorso tutto il sottopassaggio, ma ho girato prima, a sinistra, ed ho provato una strana sensazione. In poche parole, ho avuto davanti a me un’immagine emblematica del tempo che scivola, e tu, non puoi fare altro che corrergli appresso, perdendoti al massimo un po’ nei ricordi delle superiori.

Andrea:“Vi posso dì una cosa? Me state tutti sul cxxxo”. (maggio 2001, dopo il compito in classe di matematica)

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