Zeno ed Emilio

Ciò che ci lega ai nostri amici, spesso, è qualcosa di insolito e strano. Oltre all’affetto e alla stima, si possono rintracciare altri aspetti, magari più nascosti, ma pur sempre forti. Nel mio caso, sono legato a Gabriele da tante ragioni, fra cui una assurda: anche lui, come me, è fondamentalmente un  personaggio sveviano. Se io sono Emilio Brentani in Senilità, lui è Zeno Cosini, il protagonista del romanzo in cui viene analizzata la coscienza di quest’ultimo. Perché siamo così? Per quanto mi riguarda, come Brentani vivo una senilità interiore e non anagrafica, e sono costretto dal destino ad accettare un ruolo inferiore a quello desiderato. Come lui, l’indolenza, da definire come inettitudine, mi colloca continuamente dalla parte degli sconfitti. A differenza di Emilio, però, io sono almeno conscio dei miei limiti, mentre il personaggio del romanzo, non si rende conto di questo, e li ignora ripetutamente. Di fondo, la mia inettitudine, si concentra su un aspetto che mi spinge a raccontare delle bugie a me stesso anche piuttosto credibili, menzogne che mi danno continuamente tempo per tergiversare. Gabriele invece, è dannatamente Zeno, “cervellotico e riflessivo, uomo occhialuto”. Il problema grande di Zeno, è che si sente “malato” o “inetto” e continua a cercare la guarigione attraverso molteplici tentativi, a volte assurdi o controproducenti. Su quest’ultimo lato, è curioso soffermarsi, perché le azioni autodistruttive sono anche simpaticamente paradossali. La nostra sfortuna è che siamo nati a fine novecento, se fossimo vissuti a fine ottocento, Hector Schmitz, ci avrebbe sicuramente analizzato attentamente, per essere scritturati in qualche sua opera. Siamo legati da questo parallelo letterario, e forse è una delle ragioni per cui ci riusciamo a capire, perché nell’altro è facile rispecchiarsi, e poi, come dico sempre: gli schierati con gli schierati; i belli con i belli; i matti con i matti.

P.S. Domani vado dal “Presidente” a comunicare la mia scelta sulla tesi, mi attenderà un ambiente infernale. Sarà come giocare una semifinale di ritorno, nella bolgia di Celtic Park.

“Io credo che da molti come da me vi sieno dei periodi di tempo in cui certe idee occupino e ingrombrino tutto il cervello chiudendolo a tutte le altre”.

(La coscienza di Zeno)