Il 7 gennaio

Il 7 gennaio è un po’ come l’1 settembre. È quella data che nell’immaginario collettivo ha un ruolo ben preciso, una simbologia chiara. È il giorno preso come riferimento, quello al quale si associano i buoni propositi e le speranza dell’anno che riparte. Il 7 gennaio è il giorno in cui frasi come “Smetto di fumare”, “Mi iscrivo in palestra”, “Chiamerò più spesso mia madre” vivono il loro apice. Onestamente è una data che non mi è mai piaciuta proprio come il primo settembre. Non mi piace perché in fondo è sempre stato il giorno in cui si tornava a scuola dopo le feste e negli ultimi 5 anni è diventata invece la data che dava inizio alla sessione invernale di esami all’università. La prima novità del 2012 è che stavolta il 7 gennaio è un giorno per quanto mi riguarda come tanti altri, non rappresenta nulla, non indica scadenze e nemmeno l’ora X per far scattare i buoni propositi. È una data vuota, senza quel significato che per anni l’ha caratterizzata. Tra oggi e domani smonteremo l’albero di Natale ed il presepe, tutto ciò avverrà con quel pizzico di tristezza che ti rimane quando un momento come le feste, da me tanto amate, finisce definitivamente. Ricomincia finalmente il campionato, riaprono le scuole e molti uffici, tutta la giostra riparte di nuovo almeno fino a Pasqua. Sarà curioso capire cosa nasconderà quest’anno e faccio questa affermazione consapevole che potrebbero esserci numerose difficoltà. È arrivato il 7 gennaio, per una volta non lo detesto, domani è domenica ma da lunedì inizia il rush finale, l’ultimo scorcio che mi condurrà al 29 febbraio e che vivrò tutto di un fiato.