Imparare

Tutto si può dire tranne che sia stato un week-end di riposo e relax. Il mini tour di force è iniziato venerdì pomeriggio con il lavoro dalle 16 alle 24 per coprire uno spettacolo teatrale, 4 ore di sonno, prima di accompagnare mia madre a Ciampino in aeroporto, poi palestra, pranzo, e via di nuovo in auditorium per un altro evento ancora dalle 16 alle 24. Stamattina ho deciso di andare comunque a correre ma ora finalmente mi godo quelle 4-5 ore di nulla prima che tutto riparta. La considerazione che ha accompagnato queste due giornate lavorative è stata soltanto una: nei miei due anni di magistrale ho imparato molto di più grazie a questi 12 mesi di lavoro che per merito dei libri. È ovvio che abbia appreso conoscenze diverse, ma sono convinto che mi abbia fatto bene questo impegno e soprattutto questo tipo di mansione. Durante gli eventi mi sono sentito spesso una specie di Gabriele: facevo delle cose e mi rivedevo in lui che scorrazzava per il ristorante di Pechino pronto a mettere pezze ovunque, cercando di dare sempre il massimo della disponibilità ai clienti e non solo. Fronteggiare e rapportarsi in continuazione con persone sempre diverse, di ogni estrazione sociale e con richieste sempre più impensabili è un compito arduo ma allo stesso tempo affascinante e soprattutto utile per una crescita personale. Non è facile soddisfare tutti, tutelando gli interessi di qualcuno e facendo rispettare delle regole, in questi mesi l’ho capito totalmente e quando ripenso all’etichetta che Alfredo mi ha voluto attribuire “Il burattinaio dell’Ufficio Eventi”, credo che mi si addica di più l’”L’Equilibrista dell’Ufficio Eventi”. Sapersi rapportare con gli “adulti” è complicato, in particolare in ambito lavorativo, ancor di più quando i soldi scarseggiano e bisogna guardarsi le spalle in continuazione poiché chi sta dall’altra parte è sempre pronto a risparmiare o a trattare in modo patologico sui soldi. Ho capito moltissime cose in questo arco di tempo, ne parlavo giorni fa in ufficio con la mia responsabile ringraziandola anche per avermi voluto tenere fortemente dopo che avevo rivinto il bando. Mi sono sempre sentito molto stimato e responsabilizzato, in questi mesi ci siamo dovuti barcamenare in situazioni surreali, senza manutenzione e appoggi esterni, noi ragazzi ci siamo dovuti trasformare spesso in tecnici audio e video, pur rimanendo personaggi di rappresentanza e obbligati a presidiare l’auditorium. Negli ultimi due giorni ad esempio, ho fatto di tutto: venerdì addirittura ero sul palco e ho fatto da cavia per il posizionamento delle luci e dei vari effetti mentre l’attrice si cambiava in camerino. Ancor di più ho capito quanto lavoro e quanti dettagli ci siano dietro uno spettacolo, anche il più scarso con gli attori peggiori del mondo, chi non ha la fortuna di vivere la preparazione e l’allestimento non può avere un’idea precisa. Ho lavorato parecchio a questi eventi ultimamente e mi sono sempre divertito molto, so perfettamente che guadagno in una sera molto di più di qualunque mio coetaneo ma onestamente ciò che mi affascina maggiormente è il contatto con le persone, il conoscere ogni giorni qualcuno e poi dover collaborare con perfetti sconosciuti. Ci sono momenti anche molto interessanti e inattesi come la chiacchierata con Laura De Marchi dopo il suo spettacolo venerdì, mentre attendevamo seduti che i tecnici smontassero le luci. Mi ricorderò molte cose di questi ultimi due anni, ma sono convinto che tante di queste conoscenze che ho appreso lavorando mi serviranno in futuro, molto di più che il fenomeno della metafonesi.