Chiudete le valigie, si va a Genova!

È arrivato il momento di scrivere l’ultimo post dell’anno, quello che chiude questo mese di dicembre e il blog per il 2011. È un post di auguri, di buoni propositi per il 2012 ma anche l’introduzione al mio personale capodanno in trasferta. Domani mattina l’aeroporto di Ciampino mi attende così come un volo Ryanair che mi condurrà a Genova dai miei parenti per tornare la sera del primo gennaio. Chiudo l’anno con un viaggio: dopo Stoccolma, Siena e Pechino è la volta della Liguria, la terra di mia madre, un luogo che come ho avuto modo di scrivere tempo fa in occasione dell’alluvione è un posto al quale sono molto legato. Parto per diverse ragioni: mia zia non sta bene, anzi sta molto male e potrebbe essere l’ultimo capodanno insieme; non vedo mia nonna da 6 mesi considerando che si è trasferita lì da mia zia per assisterla in qualche modo e soprattutto avrò l’opportunità di riabbracciare mio cugino tornato da Seattle in Italia dopo ben 12 anni calcolando lo stato di salute di sua madre. Ci siamo un po’ tutti quindi, il pretesto non è dei più esaltanti ma è giusto stare insieme, festeggiare insieme e stringerci come si deve fare in momenti così. Parto con mia madre, mio padre resta a Roma non essendo al 100% come capita puntualmente a dicembre. Sarà un capodanno insolito, senza botti, con un sorriso attenuato da un’atmosfera che non può essere straordinaria e soprattutto in famiglia. Dopo 3 anni consecutivi non trascorrere la sera di San Silvestro con David e Antonio mi fa un effetto strano, ma gli imprevisti sono sempre pronti a far saltare le tradizioni, l’appuntamento magari è rimandato al 2012 quando saremo tutti molto probabilmente non più studenti universitari. La valigia è già pronta, il passaporto è sulla scrivania e quella dose di entusiasmo prima delle partenze la sento comunque.

 

Tanti auguri di Buon Anno, che possa essere un felice 2012 per tutti voi…

chiudete le valigie, si va a Genova!

 

 

 

P.S. A Dà, pure st’anno pare che je l’avemo fatta…

Il bilancio di fine anno

Archiviato positivamente il trittico natalizio, il calendario corre veloce alla notte di San Silvestro, con il traguardo di fine anno ormai a due passi è opportuno fare un bilancio di questo 2011 nel penultimo post annuale. Dodici mesi fa ero qui a raccontare l’annus mirabilis, il 2010 stratosferico, un qualcosa di impossibile da replicare, oggi stilo un resoconto di questo 2011 che in realtà è stato positivo e al di sopra delle prospettive, il timore di una flessione dopo i fasti precedenti era presente ma alla fine non è andata così. Dicono che riconfermarsi sia la cosa più difficile, per questo non ho mai preso come parametro costante il 2010, ho lavorato e ragionato senza termine di paragone altrimenti sarebbe stato ingiusto e proibitivo per l’anno che alla fine ho vissuto. L’ho detto, è stato un 2011 positivo, mi è piaciuto e si è attestato sui livelli del 2009, mi sono divertito, sono stato tutto sommato bene in salute, mi sono tolto diverse soddisfazioni e mi reputo migliore dell’anno scorso, migliore nel non farmi più alcuni problemi inutili, vivere le situazioni con maggior spensieratezza senza troppi calcoli. Credo di essere migliorato sotto questo punto di vista, magari sarò peggiorato in qualche altro aspetto, ma il mutamento più importante a mio parere è quello appena citato. È stato l’anno con cui ho chiuso la magistrale e di fondo l’università: il 2 settembre ho sostenuto l’ultimo esame e circa un mese e mezzo dopo è iniziata la mia tesi. È stato l’anno dei viaggi dagli amici, delle visite a domicilio: un’altra tappa e un’altra esperienza con David e il più grande viaggio di sempre a Pechino da Gabriele, l’evento che rimarrà il simbolo di questo anno senza dubbio e senza mancare di rispetto a nessuno. Un 2011 che sportivamente parlando ha visto l’Inter protagonista con una rimonta strozzata sul più bello ma vincitrice nella splendida finale dell’Olimpico, in una cornice meravigliosa, un altro ricordo vissuto e condiviso con Alfredo. Dopo l’abbuffata del quintuplete del 2010 è stata una stagione importante che ha visto la squadra pur sempre competitiva e forte. Rimarrà un anno in cui certi rapporti si sono rinforzati malgrado le distanze, in cui le gerarchie si sono modificate, altri rapporti sono stati riallacciati seppur con difficoltà, altri continuano inesorabilmente a consumarsi male ma spesso succede anche questo. Le relazioni belle e sane, forti e coraggiose ci sono, vanno avanti malgrado tutto e hanno avuto la forza di sfidare il mare in burrasca e per questo oggi hanno un valore ulteriore, un sapore più intenso. Mi porto dietro un sacco di bei momenti di questo 2011, così come la prima vera esperienza lavorativa intesa come un impegno costante, un terreno sul quale mi sono presentato con massima umiltà e voglia di capire. Dopo 9 mesi di lavoro sono felice di quanto ho fatto ma soprattutto della stima e della considerazione che percepisco, un attestato importante che mi dà soddisfazione. Mi affaccio ad un nuovo anno con tanta curiosità ed un buona dose di ottimismo, credo di essere diventato un realista che tende al positivo, questa è l’eredità che mi lascia il 2011. Mi attendo un 2012 esageratamente importante: discussa la tesi si aprirà un mondo nuovo che oggi ha molti interrogativi ma che non mi inquieta. Sarà come il 2006, passerò da una dimensione ad una completamente differente ma non è detto che il passaggio sia necessariamente un trauma negativo. Cinque anni fa fu una transizione ottima, un miglioramento totale che mi ha regalato anni meravigliosi, nel 2012 chissà come sarà. Questo capitolo targato 2011 volge ormai al termine, uno nuovo è pronto per essere scritto e riempito da altre sfide e da altre emozioni, doveva essere l’Anno del Coniglio per me nel calendario cinese, un anno caratterizzato da alti e bassi ma non è stato così, è stata un’altra annata densa e viva con il segno più da marcare vicino, la speranza è che possa essere il prologo a qualcosa di ancora più bello e grande.

 

 

La foto dell’anno   

2011, bilancio, anno

Buon Natale!

Appartengo ancora a quella ristretta cerchia di persone che adorano il Natale e lo aspettano con grande entusiasmo, in particolare da dopo l’Immacolata. Il 25 dicembre per me rimane la giornata più affascinante dell’anno, mi piace il suo alone di tradizione, la sua importanza e tutto ciò che rappresenta. Natale è la festa della famiglia per antonomasia, il giorno in cui ci si ritrova e non esiste impegno che possa tenere lontano nessuno da una tavolata condivisa con gli altri parenti. Fin da piccolo ho sempre vissuto con trasporto i giorni prima della festa e l’attesa spasmodica dei pacchetti già incartati in buste scintillanti sotto l’albero. Penso a Natale e mi vengono in mente i ricordi di quando avevo 5-6 anni, di quando la mattina del 25 era il teatro di un sogno che si avverava, il regalo desiderato, il giocattolo agognato ed inseguito che finalmente potevo avere fra le mie mani dopo averlo visto decine di volte nelle pubblicità alla tv. Ricordo le vigilie fatte a casa di Milly, quella del 98 a casa mia quando mi regalarono la maglia dell’Inter, la prima firmata dalla Nike che non mi levai fino a metà gennaio. Mi tornano in mente regali come la pista per le macchinine di Batman ambientata a Gotham City, il pupazzo del Gabibbo, la batteria per suonare, il primo cd degli Oasis, il giaccone dell’Aereonautica, le bustine marroni con i soldi delle nonne. Sono uno di quelli che apre i doni la mattina del 25, la sera delle vigilia mi concedo solitamente un pacchetto così per rallentare la frenesia. Il giorno di Natale ho sempre scartato i regali con mia madre e mia nonna, mio padre ultimamente se la prende comoda e si alza più tardi. Dopo tanti anni però, per la prima volta, stavolta aprirò i regali solo con mia madre, nonna non c’è, è a Genova da mia zia e questa assenza, seppur giustificata, peserà moltissimo, mi sembrerà tutto diverso e certamente un po’ meno bello. Il mio Natale preferito deve svolgersi a casa mia, sulla veranda, con una bella giornata di sole ed il camino accesso che alza ulteriormente la temperatura, sono un tradizionalista e il pranzo del 25 da un’altra parte non mi renderebbe contento così come lo sono quando vedo arrivare tutti i parenti verso le 12.30 da me. Adoro certe cose del 25: il clima, il profumo della veranda verso sera, la tombola e le partite a carte, ma soprattutto quella magia che in altri momenti dell’anno è impossibile replicare. Mi piace ricordare questi momenti e sono felice di essere ad un passo dal riprovarli, mi piacerebbe veramente che un giorno mio figlio provasse le stesse emozioni di quando ero piccolissimo e non vedevo l’ora che arrivasse la mattina per scendere dal letto, infilarmi la vestaglia azzurra e correre sotto l’albero con il cuore in gola.

 

Auguri a tutti: agli amici e ai parenti, agli internauti e ai lettori del blog.

Ci rivediamo il 27, Buon Natale di cuore.

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69 giorni

L’urna della Segreteria, nella giornata di lunedì, ha decretato il sorteggio e la griglia delle discussioni di laurea di febbraio 2012 in cui sarò protagonista. Non sono mancate delle sorprese, ma la notizia più importante è che il mio Grande Giorno andrà in scena mercoledì 29 febbraio, nella giornata conclusiva delle tesi sfidando il proverbio: “Anno bisesto, anno funesto”. Come fu per la triennale sarà ancora un mercoledì, ma ciò che sicuramente cattura è la data, un qualcosa che sarà difficile da celebrare negli anni successivi, almeno fino al 2016 considerando che non ricapiterà più per diverso tempo. Essere l’ultimo ha alcuni vantaggi come la possibilità di avere un po’ più di tempo per finire il lavoro e per organizzare tutto. Non mi piace però essere l’ultimo a scendere in campo, il mio timore è quello di prendere una commissione sfinita dalle discussioni precedenti, poco attenta e non troppo disposta a concedermi il giusto tempo per esporre il mio lavoro. Spero di avere più spazio rispetto alla triennale, me lo auguro anche perché considero la mia tesi interessante e meritevole dell’opportuna attenzione. Il 29 febbraio sarà il turno anche di altri corsi di laurea tra cui: Lettere e le Specialistiche in Storia delle Religioni, Italianistica e Linguistica. Considerando i molti laureandi potrei discutere la tesi anche nel pomeriggio e non di mattina come fu nel 2009, una soluzione che mi intriga anche perché mi permetterebbe di vivere la giornata in modo più completo e assaporare tutto con maggior piacere. Parlando del lavoro in senso stretto, ho iniziato a scrivere il terzo capitolo lunedì scorso dopo aver letto entrambi i Taylor Reports e punto a finire questa parte intorno all’Epifania. Il 10 gennaio infatti incontrerò il professore per firmare i documenti relativi alla richiesta di tesi che dovrò consegnare entro e non oltre il 15 gennaio. Sono molto fiducioso, il lavoro prosegue, la tabella di marcia è stata finora perfettamente rispettata e spero di poter continuare con questo ritmo. Le feste natalizie le sfrutterò nel modo migliore non dovendo lavorare e potrò concentrarmi sulla tesi per bene senza altri impegni. Escludendo Natale e Santo Stefano ho del tempo da poter impiegare per portare avanti il lavoro. Mancano 69 giorni all’ultimo atto, c’è ancora da pedalare prima del brivido finale ma io già lo attendo con quella magica trepidazione che mi accompagna in questi momenti. 

 

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