Il contorno

Forse qualcuno di voi si aspettava un post sul primo giorno dopo aver letto quello di ieri, magari a nessuno fregava nulla, alla fine ho deciso di scriverne uno raccontando tutto il contorno di questa giornata.

Intanto, mi sono laureato campione del mondo di tempi per la 34esima volta in vita mia. Avevo appuntamento alle 9.30 e alle 9.28 ero davanti la reception. La cosa complicata, ciò che vale il titolo di campione del mondo, è la capacità di pianificare un viaggio (non trovo altre parole) mai fatto prima dovendo prendere oltretutto ogni tipo di mezzo.

Sono uscito da casa alle 7.45 e nell’ordine ho preso: la macchina, un autobus, una metro, un treno. Mancava la nave e l’aereo e poi avevo esaurito i mezzi inventati dall’uomo per spostarsi. Malgrado questo ce l’ho fatta e ho raggiunto l’obiettivo dopo essere stato vittima anche di un disguido tecnico. Alla prima fermata del treno, ossia a Ostiense, ho visto scendere tutti mentre io sono rimasto al mio posto fin quando un controllore mi ha detto che il treno era bloccato e dovevamo prenderne un altro. Sono sceso, ho seguito il flusso, ho imprecato un po’ e poi mi sono accodato. A quel punto ho domandato a un tizio se questo cambio era normale o un caso particolare. Il punto è che il tizio in questione era il classico romano che ti risponde cazzeggiando anche se gli fai una domanda seria. Ecco il dialogo:

 

          “Ma che cosa è successo scusi?”

          “Niente, il treno ha bucato, anzi, me sa che ha finito la benza”

          “Ma quindi il cambio non è una cosa normale?”

          “No, oggi è successo questo, domani ritarda, dopodomani scioperano…”

 

Ecco, ho beccato il tipico romano che anche nei momenti complicati si fa scivolare tutto addosso, ironizza e non prende sul serio nemmeno un interlocutore sconosciuto che gli fa una domanda con un pizzico di angoscia.

Comunque sia, alla fine sono arrivato in tempo e molto soddisfatto.

Queste sono state invece le prime 5 canzoni che sono partite dal mio Ipod durante la traversata.

Why don’t you go to get a job (Offspring). È la mia canzone dell’ultimo periodo e non perché parla di lavoro ma perché la lego a un coro e mi trasmette entusiasmo.

Price tag (Jessie J). Mi fa tornare in mente le Olimpiadi di Londra e il viaggio a Parigi, mi ricorda che fino a 2 mesi ero felice, ottimista e carico.

Il meglio deve ancora venire (Ligabue). Mi è tornata in mente una conversazione all’Ufficio Eventi in cui la Dimaria diceva questa frase rivolgendosi a noi part-time ed io risposi che non era così, almeno per me. L’annus mirabilis ti capita una volta nella vita.

Dream On (N. Gallagher). Questa l’ho sentita perché c’è un verso che non so per quale ragione mi piace: “Watching the wheels that go round and round”

In the end (Linkin Park). Questa canzone mi ha sempre trasmesso una grande energia. Oggi era necessaria.

Alle 6.10, dopo 8 ore e mezza di lavoro ho ripreso il treno per tornare a casa dalla Muratella. Mentre ero lì che guardavo il vuoto, ho avuto un attacco di depressione e di sfomento esagerato. Mi sono domandato che cosa stava facendo lì, il senso di tutto ciò. La risposta è stata molto semplice, anzi mi sono risposto con una domanda: “Ma quando hai un vuoto dentro così grande, ma che senso vuoi trovare?”.