E se succede?

È da un po’ di tempo che rifletto su un fatto: fra 45 giorni secondo i Maya finirà il mondo, e considerando questo mese e mezzo che intercorre bisogna sbrigarsi in qualche modo, fare tutto il possibile, perché ci siamo quasi.

Come ha affermato saggiamente David domenica sera: “Se ciò dovesse succedere per davvero, ci risolverebbe un sacco di problemi”. Mai fu più corretta una frase del mio amico, una considerazione che condivido appieno. È giustissima. Visti gli ultimi fatti sono abbastanza sereno, è vero anche che potevamo vivere le ultime settimane in santa pace evitandoci dolori e problemi ma alla fine è andata così. La domanda che mi pongo però è la seguente: “Ma se fosse tutto vero? Cioè se il 21 dicembre dovesse finire tutto realmente?”.

Tale quesito impone una serie di riflessioni che di fondo coincidono con un’analisi propria, un reso conto. A queste domande mi sono risposto e sinceramente mi va bene così. Se finisce tutto, amen. In fondo posso dire di aver vissuto bene questi 25 anni, non ho rimpianti e nemmeno rimorsi. Mi sono tolto le soddisfazioni a cui potevo ambire: mi sono laureato 2 volte, ho girato un pochino di mondo, ho assistito alla vittoria dei Mondiali dell’Italia, ma soprattutto ho visto l’Inter vincere tutto, in particolare la Coppa Campioni. Sono finito addirittura in televisione realizzando il sogno di milioni di italiani medi, non ho vissuto nessun lutto, quindi mi rimetto nelle mani della profezia allegramente, con l’anima in pace.

Onestamente sarei voluto tornare in America, ecco sì, mi dispiace un po’ per quello, invece dovrò rinunciare. Mi fa molto piacere che Gabriele torni il 20 dicembre dalla Cina, così potremo vivere le ultime ore assieme, non averlo più potuto rivedere sarebbe stato un colpo al cuore, invece lui, anche stavolta, si è dimostrato opportuno e reattivo. Non oso immaginare cosa potrebbe succedere se tutto fosse vero. Come potrebbe reagire la gente? Se tu sai che fra un mese tutto finirà, come ti comporti? Ammazzi qualcuno, rubi, spendi i tuoi risparmi, non vuoi arrivare a quel giorno e ti butti sotto un treno prima? La mente umana è stranissima, e trovare delle risposte è una reale impresa, perché nessuno può immaginare come si comporterà in una situazione al limite, in qualcosa di assurdo.

A tal proposito mi è rivenuto in mente il libro “La notte della cometa” di Sebastiano Vassalli che racconta la storia del poeta pazzo Dino Campana. Fu uno dei primi libri di narrativa che lessi all’università e a pag. 133 si parla di una fine del mondo paventata nel 1910 tra il 18 e il 19 maggio, causata dalla coda della Cometa Halley. Lo scenario raccontato è quello di una Firenze impazzita con arresti, uccisioni, cortei spontanei e gente nelle chiese pronta a pentirsi prima di morire, ma l’evento ovviamente non si verificò dopo aver terrorizzato i cittadini.

Sono passati cento anni, non credo che vivremo scene del genere, però io un po’ ci penso, non si sa mai perché come dicevano i romanisti nel 2010: “Non succede, ma se succede?…”.

 

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