Live from Lugano

Oggi ce la siamo presa comoda, dopo due giorni piuttosto intensi. Dopo essere arrivato e aver visiato Como martedi pomeriggio, abbiamo superato il confine (“Chiasso è brutta perchè sembra Italia”, le parole testuali di Giorgia) e siamo andati ad un centro commerciale visto che pioveva. Ikea, Media Markt e la Coop. E’ piu forte di me ma quando sento l’annuncio in un negozio con la voce in italiano che parla di soldi, dicendo Franchi e non euro, mi sembra strano ma mi diverte.

Ieri siamo stati a Berna, tre ore di viaggio, un po’ di maltempo in autostrada ma nella capitale svizzera il meteo è stato buono. Visita alla casa di Einstein, poi al Parlamento, giro per le vie della città oltre all’immancabile Fossa degli orsi. Piccola ma elegante, Berna mi è piaciuta anche grazie ai suoi portici tipo Bologna.

Viaggio di andata e ritorno scandito da musica italiana anni 90 (a tratti triste-depressiva) che ha rievocato nei 300 km ricordi di infanzia e giovinezza.

Oggi non si sa, forse Lugano, forse no, forse tante altre cose. Il bello è questo.

 

Frase dei primi due giorni

 

Giorgia: “Mi sembrava che piangessi, invece ho capito che dormivi”.

 

Chiudete le valigie, si va a Lugano!

 

Il mio rapporto con Lugano inizia nel settembre del 1995. L’Inter infatti pesca al primo turno di Coppa Uefa la compagine svizzera e dopo il match di ritorno crolla ed esce clamorosamente. In questo dramma sportivo rimasi però rapito da un fatto: questa squadra, questa gente straniera parlava perfettamente italiano, come me, come noi. Questo antico aneddoto mi è rimasto in mente e mi è sempre piaciuta l’idea che in un altro paese qualcuno parlasse la nostra stessa lingua.

Negli anni ho conosciuto diverse persone del Canton Ticino, molti li ho incontrati in Irlanda e sono le persone con cui, forse non casualmente, ho sviluppato immediatamente dei rapporti.

Mentre l’estate più insipida degli ultimi 200 anni stava per scivolare tristemente verso un epilogo particolarmente impalpabile, ecco il brivido, la scintilla che diventa fiamma e cambia tutto in un attimo.

Dopo aver ripristinato il già citato ponte radio Roma-Lugano, sono bastate due mail ed una chat per organizzare questo incontro-viaggio post Dublino.

“Scendo io o sali tu?”, “Vabbè ma tu a Roma sei venuta 3 volte, io in Svizzera mai, per cui vengo io, mi pare più sensato”.

Questo insomma il contenuto, la sintesi delle comunicazioni fra me e la Confederazione Elvetica.

Dal momento in cui non riuscimmo a salutarci a Dublino, ecco un’occasione per salutarci rincontrandoci, una cosa originale, un’idea sviluppata e portata a termine con una rapidità che a memoria non ricordo.

Credo che questo sia il risultato di quando metti due teste insieme di un certo tipo, due persone pronte a fomentarsi senza troppi fronzoli, il mix perfetto fra l’Azzurro purosangue ed una Rossocrociata di confine.

Il biglietto per il treno l’ho comprato un paio di ore fa, più tardi farò la valigia: andrò in treno, fino a Milano con Italo (per la prima volta), poi prenderò il regionale per Como e lì Giorgia verrà a prendermi per inoltrarci in macchina nella Svizzera italiana.

A me, questa nazione confinante mi ha sempre affascinato, per un sacco di motivi, inconsciamente so che pagherei pur di vivere lì e non è un caso se le mie ricerche di lavoro sono state orientate anche verso questo pezzo d’Europa.

E così, mentre le gente ritorna dal mare, da Ibiza, Formentera, Sicilia, Sardegna e mete tipicamente estive con un’acqua cristallina a far da sfondo, io vado a Lugano e la cosa ha per me un non so che di poetico, di certo rientra assolutamente nel personaggio, e allora…

 

 

CHIUDETE LE VALIGIE, SI VA A LUGANO!

(ci risentiamo presto, non so come e quando, ma ci risentiamo)

 

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Update. Mi sono dimenticato di scrivere la riflessione più profonda del post: un giorno rimpiangerò di non avere più questa libertà e disponibilità, quella di prendere e decidere di partire dall’oggi al domani, di prendere una borsa, buttarci dentro due stracci a caso e andare. Quanto so’ ggiovine…e avventuriero.

Appunti, poesie, frasi

 

Bene, bene, bene. Insomma, il ponte radio tra Lugano e Roma pare sia stato ripristinato del tutto e quindi possiamo procedere anche perché in caso contrario l’ultimo post sarebbe rimasto qui per 7-8 mesi. Superato questo ostacolo tecnologico, andiamo avanti.

Voglio riportare qui di seguito tre poesie, anche se la prima è più che altro un pensiero. Le voglio pubblicare perché mi piacciono, perché hanno un senso e perché mi hanno spinto a fare una considerazione, forse banale ma pur sempre vera. Avessi letto queste cose, in particolare le prime due, qualche anno fa sarei entrato in una trance di fomento infinita, mi sarei trasformato in un fuscello in balia delle onde dell’esaltazione. Sarebbe successo questo, perché in fondo è tutto relativo e le cose assumono un valore in base ai tempi e alle situazioni. Oggi leggo queste parole e posso dire che catturano ancora la mia attenzione ma non mi stimolano più come un tempo.

Forse è normale, anche perché, molto probabilmente, ogni cosa ha il suo tempo.

 

 

Perché la vita la misuri in ogni caduta.

Perché combattere significa non fidarti di nessuno, sapere che qui tutto è in salita, pararti sempre le spalle e ricordare chi non ce l’ha fatta.

Quando lo capisci, non combatti però solo per te stesso, per il titolo, per i soldi o per la fidanzata che devi sposare…

Combatti per tutti.

 

(Roberto Saviano)

 

 

Se credi di essere battuto, lo sarai.

Se ritieni di non saper osare, non oserai.

Se vuoi vincere, ma pensi di non riuscirci, è quasi certo che fallirai.

Se immagini di perdere, hai già perso, perché nel mondo è vero che il successo inizia dalla volontà dell’individuo, è nella sua mente.

Se credi di venir surclassato, lo sarai.

Per elevarti devi puntare in alto, devi essere sicuro di te prima di poter vincere un premio.

Le battaglie umane non arridono sempre all’uomo più forte o veloce.

Prima o poi l’uomo che vince sarà l’uomo che crede di poter vincere.

 

(Napoleon Hill), Pensa e arricchisci te stesso

 

 

Sii paziente verso tutto ciò
che è irrisolto nel tuo cuore

e cerca di amare le domande, che sono simili a
stanze chiuse a chiave e a libri scritti
in una lingua straniera.
Non cercare ora le risposte che possono esserti date
poiché non saresti capace di convivere con esse.
E il punto è vivere ogni cosa. Vivere le domande ora.
Forse ti sarà dato, senza che tu te ne accorga,
di vivere fino al lontano
giorno in cui avrai la risposta.

 

(Rainer Maria Rilke)

Per Giorgia

 

E’ da ieri che provo a mandarti una mail ma non so per quale motivo mi continua a dire che non riesce a recapitarla. Ho mandato 4 volte la stessa mail, spero che l’ultima ti sia arrivata anche perché è evidente che c’è un problema fra le nostre caselle di posta. Ti dico anche che in settimana ho scritto ad un mio amico di Berna e mi ha risposto, ho scritto a Franca ad Ascona e mi ha risposto, evidentemente ci sono problemi sul ponte radio tra Roma e Lugano… Spero ti arrivi la mia mail, ma se malauguratamente non dovesse succedere, spero tu possa ripassare da queste parti e leggere ciò che avevo ti ho scritto qui:

 

Rido ancora per la frase “Azzurro stitico non mi hai cagato di striscio!”. Geniale, unica.

 

Cara Gio, ero davanti ad una pizza margherita quando ho voluto controllare la mail e ho ricevuto il tuo messaggio tra l’altro attraverso il blog.

Mi dispiace tantissimo per una cosa: non hai mai ricevuto la mia risposta a suo tempo. Quando mi hai scritto la prima volta, grazie a David al quale avevo chiesto espressamente di darti il mio indirizzo mail, io ho letto il tuo messaggio e ti ho risposto immediatamente. Sono stato felicissimo di ricevere la tua mail, ma veramente tanto, anche perché mi era dispiaciuto molto non averti potuto salutare dato che durante il mio ultimo week end tu eri tornata a Milano.

Non aver potuto salutare una delle mie persone preferite dell’esperienza irlandese è stato un grande peccato, anche perché non avevamo avuto nemmeno il modo di scambiarci qualche contatto alternativo a Facebook. Insomma, ero tanto felice di leggere qualcosa da parte tua e ora ho scoperto che non hai mai ricevuto la mia risposta.

Comunque sia, spero tu stia bene e sono contento che tu mi abbia riscritto, io spero vivamente che stavolta ti arrivi sto cazzo di messaggio mio. Ti dirò di più, pochi giorni dopo che mi hai scritto io ti ho aggiunto anche su skype, cosi potevi gridarmi “Azzurroooooo!!!” dal vivo, ma credo tu non sia mai entrata dato che il tuo contatto è ancora in attesa di conferma…vedi che non sono un azzurro stitico!!!

Per il resto, come ti avevo scritto nella prima mail, il ritorno è stato un po’ duro perché dopo tre mesi del genere non è mai facile tornare a casa. In tutto ciò aggiungi il fatto che sono tornato con l’estate pronta a iniziare e quindi il momento peggiore per cercare lavoro, già non si trova normalmente, figuriamoci in estate. Ho mandato tanti cv, pochissime risposte e tutte con esito negativo.

Insomma le solite cose.

Sono rimasto qui a Roma, non sono andato da nessuna parte per una serie di motivi, ma se devo essere sincero ero anche meno motivato degli altri anni a muovermi.

In tutto questo, mi sono imparato a memoria tutti gli episodi di FRONTALIERS, dato che li ho visti e rivisti mille volte.

Per il futuro immediato ti dico che nel giro che ho fatto di cv ne ho mandati molti anche in Ticino. In fondo è l’unico posto al mondo al di fuori dell’Italia dove l’italiano è la lingua ufficiale e potrei cercare di sfruttare un po’ di più i miei studi-conoscenze in comunicazione e giornalismo.

Ti confesso che verrei molto ma molto volentieri da quelle parti e sto continuando a cercare in quella direzione, qui di fondo non c’è posto e poche speranze.

Tu sei stata da qualche parte?? Ma quando torni definitivamente da Dublino?? Spero che in questi mesi il tempo sia stato migliore e che siano arrivate altre persone simpatiche lì a scuola.

Mi auguro veramente che stavolta ti arrivi la mail, anzi, mando anche la notifica di lettura così magari capisco se la leggi o no. Già che ci sei, magari entra una volta su skype!

Ti mando un caro abbraccio, grazie per avermi scritto nuovamente, sei una grande e vera rossocrociata!!

 

Matteo