Il dialogo

Riporto un pezzo del lungo dialogo (più o meno queste sono state le parole) avvenuto venerdì sera in macchina di Andrea mentre eravamo imbottigliati nel traffico di LungoTevere diretti a Trastevere per una cena.

Andrea:”Invece di essere sempre quello che sei potresti provare a fare una cosa diversa, a comportarti in maniera insolita. Inventati un Matteo nuovo, per una volta”.

Matteo:”In che senso scusa?”.

Andrea:”Allora, se vuoi uscire un po’dalla tua vita è il momento di aprire questa porta. Provaci, magari ti rendi conto di esserti sbagliato e torni indietro. Ma almeno c’hai provato”.

Matteo:”Si ma penso che questo non mi renderebbe diverso”.

Andrea:” Invece sì, perché ti prenderesti per lo meno il rischio di essere un po’ ridicolo. Invece no, preferisci rinunciare, troppo rischioso”.

Matteo:”Ma non ho più mica 13 anni, ne ho 21”.

Andrea:”Che vuol dire?”.

Matteo:”Secondo te io ho paura di rendermi ridicolo?”.

Andrea:”Esatto! Per rendersi ridicoli ci vuole coraggio. E tu quello non l’hai mai avuto con una ragazza, non hai la situazione sotto controllo e allora molli”.

Matteo:”Ma il fidanzato?”.

Andrea:”Sì, bravo preoccupati di tutti. E’ una scusa, e poi lo so come fai, ti conosco troppo bene. Ti inventerai qualsiasi cosa per giustificare la tua non azione”.

Matteo:”Rimpiangerò di non averlo fatto?”.

Andrea:”Chi lo sa? E’ questo il bello del rischio”.

Matteo: (Mi scappa un mezzo sorriso).

Andrea:”Non ride per piacere, sto parlando sul serio”.

Matteo.”Ma tu non puoi paragonare sta cosa con la tua, non c’è niente in comune, anzi sì, un nome”.

Andrea:”Senti bello mio, ora mi stai facendo incazzare davvero, io avrò avuto pure una botta di culo, ma quante mazzate ho preso? Se cadi ti rialzi come hai sempre fatto. Se ti fai male c’è il pronto soccorso, l’hanno inventato apposta sai?”.

Matteo:”Ma io…”

Andrea:”Ma io un cazzo, in che via è la tua università?”.

Matteo:”Ora che c’entra scusami? Comunque sta a Via Columbia”.

Andrea:”Dal Re di Via Tedeschi sei diventato l’anonimo di Via Montebello, ora sarai il pupazzo di Via Columbia, ti piace come idea?. Fallo per me, te lo chiedo come favore personale, ti conosco dalla prima media e sai quanto ti voglio bene, per una volta buttati sul serio? Grazie”.

Matteo:”Vabbè mo annamo a mangià che ho fame, quando torno a casa ce penso. Parlare con te è sempre un piacere. Cominciamo a cercare posto per la macchina intanto, altrimenti stasera cenamo alle undici”.

Andrea:”Come mai parli in romano? Non lo fai mai? Vuol dire che ti stai agitando ed infatti cambi discorso…famme stà zitto va…Lo dico per te, perchè so che potrebbe essere una cosa positiva, malgrado tutto io ti stimo uguale perchè resti quello delle trasferte assurde da solo, quello che non paga mai il biglietto sull’autobus, quello che parla in inglese ai drogati a Via del Corso o quello che mi fa 100 imitazioni, a me stai bene anche a così…”.

Matteo:”Meno male”.