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Fluttuai attraverso gli esami finali come se fossi stato sotto l’effetto anestetizzante di una droga che induce idiozia. Alcuni miei compagni, pallidi per le notti in bianco e per la preoccupazione, rimasero perplessi vedendo il mio umore; altri, i tifosi di calcio, capirono e provarono invidia. (All’università, come a scuola, nessun altro tifava per l’Arsenal.) Presi il mio mediocre diploma di laurea senza alcun colpo di scena, e circa due mesi più tardi, ripresomi dalla vittoria nella finale di Coppa e dai festeggiamenti di fine stagione, cominciai ad affrontare il fatto che il pomeriggio del 12 maggio avevo raggiunto gran parte di quello che avevo sempre sperato di raggiungere nella vita, e che non sapevo cosa farmene del resto. Avevo ventidue anni, e il futuro improvvisamente mi apparve vuoto e inquietante.   

 

Nick Hornby

 

 

In biblioteca

Migliaia di pensieri hanno affollato la mia testa nelle ultime due settimane, ogni vagone del mio cervello è stato occupato da una serie di preoccupazioni più o meno gravi. Ho pensato a tutto, ho valutato centinaia di ipotesi, fra cui anche quelle più incredibili, una in particolare, abbastanza clamorosa. Lo stato di frustrazione ha raggiunto ormai apici mai visti, dopo ieri pomeriggio, ho capito definitivamente di essere in una situazione pirandelliana, tutto ha preso i contorni del tragicomico e lo scambio di lavori in cui mi sono ritrovato ieri ne è stata la conferma. Nel frattempo sto diventando la persona più attaccabrighe del mondo, cerco lo scontro e la discussione con chiunque, questo atteggiamento “lo giustifico” in un modo: devo prendermela con qualcuno dato che con la sorte non è possibile. Ci sono tre persone con cui vorrei tanto litigare. La prima è il mio nemico storico, giurato, ma non è fattibile; poi c’è una persona verso la quale sputerei molto volentieri tutto il mio livore, ed infine una new entry piuttosto inaspettata. Dietro l’ultima opzione, c’è una scelta ben definita in realtà, il Tattico è stato già messo ovviamente al corrente. Considerando che sto diventando sempre più meno tollerante, sono quasi riusciti a farmi andare per traverso pure la trasferta veronese. Intanto, stamattina, ho avuto la classica dimostrazione di come i tempi cambiano e gli anni passano. Alle 8 sono andato alla biblioteca nazionale e mi sono mischiato alla massa degli scolari. Scendere a Castro Pretorio, per me, ha un valore speciale, è stata la mia fermata per 5 anni, quelli del liceo, ed oggi, anziché avere l’Invicta sulle spalle e Roll with it a palla nelle cuffiette, portavo una valigetta con dentro il computer portatile. Non ho percorso tutto il sottopassaggio, ma ho girato prima, a sinistra, ed ho provato una strana sensazione. In poche parole, ho avuto davanti a me un’immagine emblematica del tempo che scivola, e tu, non puoi fare altro che corrergli appresso, perdendoti al massimo un po’ nei ricordi delle superiori.

Andrea:“Vi posso dì una cosa? Me state tutti sul cxxxo”. (maggio 2001, dopo il compito in classe di matematica)

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Scritto da voi – Parte 3

TUTTI GLI ALTRI STANNO NELLA SCIA…

Viaggio solo. Pensandoci è un po’ quello che ho fatto in questi anni d’ università, che spesso mi hanno visto Assente.

Nonostante la mia latitanza, però, sono felice di aver instaurato con te un rapporto, che conserva un valore anche fuori dalle mura di via Columbia.

In te, Uomo, ho scoperto una persona tenace, piena di ambizioni e capace di grandi emozioni.

Ho scelto questa canzone, perché inevitabilmente sintetizza il nostro modo di essere e ciò che ci ha unito.

Una corsa, una sfida, un traguardo e la voglia di non alzare le braccia una volta superata la bandiera a scacchi.

Adesso, però  per te è arrivato il momento di rialzarsi. Accantona l’università, il karma negativo e tutto ciò che è fonte di poca serenità.

Indossa le scarpe da gara, alza la testa e lascia partire il cronometro. Stavolta rompiamo il culo a tutti, Uomo !

Il pensiero positivo muove il mondo.

Alfredo 

 

Creep

Ho incontrato nuovamente, ed in maniera piuttosto casuale, questa canzone pochi giorni fa, è un pezzo famoso dei Radiohead del 1992, una melodia triste ma con un testo non banale. Dice alcune cose importanti, forse mi risuona nella testa, perché ha degli spunti in cui mi rivedo negli ultimi tempi.

 

When you were here before
Couldn’t look you in the eye
You’re just like an angel
Your skin makes me cry
You float like a feather
In a beautiful world
I wish I was special
You’re so very special

But I’m a creep
I’m a weirdo
What the hell am I doing here?
I don’t belong here

I don’t care if it hurts
I want to have control
I want a perfect body
I want a perfect soul
I want you to notice when I’m not around
You’re so very special
I wish I was special

But I’m a creep
I’m a weirdo
What the hell I’m doing here?
I don’t belong here

She’s running out again
She’s running out
She runs runs runs

Whatever makes you happy
Whatever you want
You’re so very special
I wish I was special

But I’m a creep
I’m a weirdo
What the hell am I doing here?
I don’t belong here
I don’t belong here