Marcovaldo

Da tempo volevo leggere Marcovaldo, ovvero Le stagioni in città libro scritto da Italo Calvino: venti novelle, una per ogni stagione in un ciclo di cinque anni, una raccolta di storie pubblicate la prima volta nel 1963. Non so esattamente la ragione di questo mio desiderio, il nome del protagonista in realtà mi ha sempre attirato forse per quel suo essere esotico, da attaccante brasiliano ma avevo anche voglia di leggere qualcosa di rilassante e semplice. Pagina dopo pagina mi sono appassionato alle vicende di questo immaginario Every Man italiano, nato fra le due guerre e testimone oculare di un Paese nel pieno del suo boom economico: fra supermarket pieni di gente e insegne luminose che accendono le vie di una città mai citata ma molto simile alla Torino degli anni Sessanta. Marcovaldo è il ritratto di un’Italia pulita e semplice come il suo animo, è padre di una famiglia numerosa e lavora come uomo di fatica in una ditta la Sbav. Ama la natura, molto meno la vita caotica di città con i suoi ritmi isterici, scruta con attenzione il riaffiorare delle stagioni e sogna il ritorno a uno stato di natura andando incontro inevitabilmente ogni volta ad una delusione. Un senso melanconico caratterizza il libro, dal principio alla fine; malgrado tutto Marcovaldo incarna l’ottimista, non si arrende mai ed è sempre pronto a ricominciare. L’atteggiamento che contraddistingue il protagonista è quello dell’ostinazione e della non-rassegnazione. Può sembrare un libro per bambini o per ragazzi ma in realtà Calvino si rivolge anche ai grandi, snocciolando i temi della vita contemporanea trattandoli con spirito pungente, sena indulgenze retoriche e con un invito costante alla riflessione. 

 

calvino, letteratura, libri

 

Marcovaldoultima modifica: 2011-12-20T19:27:38+01:00da matteociofi
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