Un sabato eccezionale

 

Svegliarsi alle 6.10 di sabato mattina non è mai piacevole, soprattutto se hai dormito in media 5 ore  a notte durante la settimana ma è un passaggio obbligatorio se si desidera vedere le Cliff of Moher, una delle cose più belle d’Irlanda. Dopo aver perso il pullman delle 7.45 per Galway, a causa di un esagerato ed insolito ritardo del tram che doveva portarci al punto di ritrovo, abbiamo dovuto attendere quello successivo e partire alle 9.45. Giunti a Galway (che io ho chiamato non so perché per tutto il giorno Cork) abbiamo aspettato la coincidenza per le Cliff e siamo saliti su un pullmino che ha fatto un piccolo tour sulla costa occidentale del paese. Solo alle 15 siamo arrivati nei pressi delle scogliere che si possono definire soltanto in un modo: magnifiche. Il tempo è stato clemente e questo ci ha permesso di godere appieno del panorama perché le Cliff of Moher ti stordiscono, 200 metri di strapiombo davanti l’Atlantico, tutto verde, un posto paradisiaco.

Abbiamo percorso un bel pezzo di scogliera prima di tornare indietro e puntare nuovamente Galway dove ci siamo concessi un rapidissimo giretto nel centro e nel quartiere Latino, una copia di quello di Parigi in scala 1:500000.

Alle 19.45 siamo ripartiti verso Est, verso Dublino dove siamo arrivati quando erano quasi le 22, stanchi ma felici ed in particolar modo appagati dallo spettacolo che avevamo visto.

Quando la giornata sembrava ormai destinata a volgere al termine si è consumato l’ultimo brivido. Arrivato davanti la porta di casa, ho inserito la mia keycard e si è accesa la luce gialla nella serratura, e quando esce questo colore è sempre brutto segno. Ho provato a bussare alla porta consapevole che molto probabilmente il nuovo coinquilino era arrivato ma nessuno mi ha aperto.

Sono dovuto andare così nell’appartamento di Gabriella e Roberta da dove ho chiamato la reception alla quale ho spiegato il mio problema. In 10 minuti mi hanno mandato un taxi con una nuova card ma anche questa non funzionava. A quel punto ho richiamato e con rammarico ho raccontato che anche la nuova tessera non mi apriva la porta. Quindici minuti più tardi, mentre ormai il mio turpiloquio aveva raggiunto livelli inauditi, ho ricevuto una chiamata in cui mi hanno detto che in realtà non riuscivo ad entrare perché era arrivato un coinquilino che evidentemente si era chiuso dentro casa bloccando la serratura. Mi hanno suggerito di chiamare il telefono fisso del mio appartamento e al quinto tentativo qualcuno mi ha risposto. Ho detto alla mia nuova coinquilina di aprire la fottutissima porta e a mezzanotte ho potuto riabbracciare casa mia dalla quale ero stato cacciato crudelmente.

Sabato, è successo tutto questo.

 

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Penso che questa immagine sia una seria candidata al titolo di “Fotografia del 2013”.

 

Frase della settimana

Gabriella: “Sei un esteta, un D’Annunzio”.