Io al quadrato

 

“La mia unica ambizione è quella di non essere nessuno, mi sembra la soluzione più sensata”. Parlava così Charles Bukowski in una sua celebre frase, io aggiungerei anche una cosa però, ossia che una delle mie più grandi ambizioni è quella di essere sempre me stesso. In questa esperienza dublinese penso di essere Matteo Ciofi al 101%, al quadrato, io in versione Plus o Premium.

Sono io, punto. Potevo essere un sacco di cose, potevo infilarmi mille maschere, fare e disfare, alla fine sono stato io dal primo minuto in Irlanda e la cosa mi rende felice. Non mi sono snaturato di un grammo e penso anche perché il mio modo di essere si sta sentendo a proprio agio in questa  nuova avventura. Non ho scelto di essere qualcuno, tanto meno qui, sta venendo tutto molto naturale.

Per questo faccio polemica tutte le volte che mi pare opportuno, dico ciò che penso, rispetto tutti, cerco i miei spazi, pretendo momenti di solitudine e mi adatto molto più di quanto avrei immaginato. Mantengo le mie abitudini, non ci sono compromessi quando scendono in campo i Ragazzi, dico un sacco di cazzate anche in inglese, vado a correre, cerco di coinvolgere gli altri ma soprattutto sono quello che si rende disponibile subito per gli ultimi arrivati, semplicemente perché se qualcuno lo avesse fatto con me sarei stato bene felice.

Sono io e mi bevo la mia birra e stop, il fatto che sia nella terra della Guinness non significa che debba ingerire ettolitri di alcol, faccio sempre quello che ritengo più giusto per me. A prescindere. Se non fossi io, se iniziassi a snaturarmi comincerei a stare male sicuramente, non posso stare negli abiti di qualcun altro, non potrei mai mettermi un paio di pantaloni di due taglie più grandi.

Mi dispiace anche deludervi sul fatto di non essermi trasformato nel classico italiano che fa il piacione all’estero, non mi appartiene, anzi, non me ne frega proprio nulla, sto qui per altro, ho veramente altre priorità al punto che su certi aspetti nemmeno mi ci soffermo.

Il fatto è che io vedevo (e vedo tuttora) questa esperienza in un modo, per me aveva dei significati specifici, forse diversi dagli altri ma io devo seguire la mia rotta, non posso sterzare per fare contenti gli altri.

Ovunque a modo mio, questo è ciò che più conta. Tutto il resto sono chiacchiere che il vento di Dublino porta via.

 

Cerco un nastro d’asfalto che corre dritto verso il blu,
e cerco le risposte che non troverò,
le cerco perché l’importante è il viaggio non dove andrò…