Le prime impressioni

Qualche impressione iniziale ho cominciato a raccoglierla e quando la seconda settimana sta per entrare nel vivo voglio tirar giù qualche riga per raccontare queste sensazioni da neo-arrivato.

La metropolitana è poco efficiente, vi stupisco subito con un colpo a sorpresa. Stasera rimpiangevo quella di Roma dopo che avevo dovuto evitare il quinto treno di fila per il troppo caos nei vagoni. In pochi giorni ho già sperimentato ogni tipo di disguido, ieri 35 minuti senza una metro, oggi 25 ad aspettare sulla banchina che ne passasse una prendibile. La gente non carica più di tanto, ma soprattutto c’è la fila per entrare e non puoi sorpassare, mi adeguo ai modi delle persone e aspetto, ma la questione già mi irrita. Tutto il mondo è paese e anche l’efficienza nord-americana e canadese qualche pecca la mostra, questa è la verità.

Rimanendo nel contesto metropolitana, prendendola ogni giorno, è un perfetto punto d’osservazione che ho sulla gente. La sensazione è che ci sia comunque una cordialità maggiore, un sorriso in più, una serenità spiccata. Alla fine non vorrei legare tutto al denaro e alle possibilità, ma probabilmente anche noi 25 anni fa eravamo così, i problemi alla lunga ti fiaccano e soprattutto ti incupiscono, qui in Canada, per fortuna, ancora non stanno come nel Belpaese.

Quanto alla città ho visto ancora poco, sabato ho ispezionato la zona intorno casa per capire da cosa fossi circondato, mentre domenica volevo perlustrare il centro cittadino ma una pioggia leggera mi ha costretto a ripiegare sull’Eaton Center, un mall enorme con 300 negozi che collega praticamente due stazioni metro. Toronto è troppo a sud del Canada e troppo vicina agli States per non essere una città di fatto americana. Al di là della lingua, gli scenari sono quelli di una classica metropoli statunitense, i primi giorni guardavo degli scorci e potevo essere tranquillamente a New York o Washington.

I prezzi non sono bassi, tutto è più caro dell’Italia, almeno di Roma, quello che non capisco è il perché non abbiano le normali confezioni di fazzoletti e perché in un supermercato come Metro, uno dei più grandi ed expensive, alcune cose teoricamente basilari, siano nascoste ed in numero esiguo, un esempio è il sale da cucina. Tralasciando questi dettagli, la sensazione è che si viva in modo sereno e beato, questo lo percepisci dalle porte delle case (un po’ come in Irlanda) e dal fatto che io da giorni entro dalla porta del retro della mia abitazione la quale rimane stabilmente aperta e non chiusa a chiave. Sembrano stupidaggini ma sono un metro importante per misurare alcuni aspetti della vita quotidiana, e la percezione di sicurezza è un aspetto determinante per chiunque.

Il telefono costa carissimo, intendo le tariffe, i salumi ancora non li ho trovati, il fumo esce dai tombini come nei film, uno affianco a noi ha da giorni un water piazzato sul marciapiede di casa, il profumo alla cannella mi inizia a dare fastidio nella sua insistenza e in 500 metri, forse anche di meno, vicino a dove abito ho contato 4 Starbucks.

I pensieri dei primi giorni

I pensieri dei primi giorni sono sempre gli stessi. Cambiano i nomi e i colori, l’ubicazione, la tipologia della questione ma la sostanza rimane sempre quella. Camminando a passo svelto per Yonge St. ragionavo e le frasi che mi frullavano in mente, a un punto, erano somiglianti a quelle di Dublino. Quella familiarità in fondo mi ha confortato, sono tornato un po’ indietro nel tempo e certi interrogativi non mi hanno spiazzato come magari a marzo 2013, la prima volta che mettevo il naso fuori in un certo modo. In maniera ciclica certe cose si ripropongono, quando ti sovvengono alcune domande le riconosci da lontano e stavolta sei più fortunato dell’ultima perché mezza risposta la sai già.

Il tempo è l’unica certezza, le settimane che ti metti sulle spalle schiudono le domande e aprono i sentieri, liberano la testa e asciugano le fatiche iniziali. Le curve sono diverse, il paesaggio è differente, ma le grandi questioni che devi affrontare hanno un contenuto simile, cambiano un po’ nell’accento, ma questi, sono dettagli.

Cinque giorni di Canada, una vita davanti, un percorso appena cominciato e che certamente non sarà breve, di sicuro più lungo delle altre volte e con insidie nuove. In fondo sei tu contro tutto, la cosa più difficile ma quella paradossalmente più semplice, quella che ti illumina il campo davanti perché sai che le risorse puoi trovarle solo dentro di te e quando serviranno saprai quanto meno dove reperirle, senza perdere inutilmente tempo guardando altrove.

Certo, se poi evitassi di sognarmi due notti di fila una persona che è sotto la mia pelle a prescindere da tutto ma che è anche allo stesso tempo la meno adatta da avere in testa per una dozzina di motivi, allora sarebbe tutto un po’ più facile, ma il saggio da Hong Kong ha detto che è un classico, perché “Certi personaggi di fondo rappresentano le tue paure, il cambiamento e l’ansia”.

Settimana 1

La prima settimana lavorativa si chiude qui e direi anche fortunatamente. Il week-end arriva davvero come una manna dal cielo e mi permette di tirare un attimo il fiato ma soprattutto di riordinare un po’ tutto, anche a livello mentale. Speravo di non arrivare di lunedì ma naturalmente è accaduto, non volevo perché mi sarei ritrovato subito in una settimana lavorativa piena e già attivo, sono sbarcato a Toronto alle 13 di lunedì e martedì mattina alle 10 ero già in redazione. Questi due giorni mi consentono di sistemarmi per bene, di fare una spesa opportuna e ragionata, ma soprattutto sarà l’occasione per dare un’occhiata almeno al centro e rendermi conto meglio del luogo in cui sono finito.

In quattro giorni sono stato inevitabilmente bombardato di notizie, informazioni e spiegazioni, ora devo assorbire tutto e ripulire il cervello. Ho imparato a lavorare sul blog della TV e in particolar modo sono stato iniziato al mondo di Broadview, un sistema attraverso il quale si pianifica la scaletta e la programmazione della televisione in ogni suo aspetto, pubblicità compresa. Attraverso criteri e regole chiare bisogna incastrare tempi e necessità, un mega Tetris che gioca sui secondi e sul non permettersi di “andare lunghi” come si dice in gergo.

Ho trovato grande disponibilità e cordialità, due aspetti in cui uno spera (grande Gallo, un modo per citarti in qualche modo lo troverò sempre) sempre di imbattersi ma che non sono necessariamente così scontati, al di là di tutto il bilancio di questa prima settimana di avviamento è certamente positivo.

Poco tempo mi è già bastato per non digerire tre cose che passo rapidamente a illustrarvi. La prima è l’assenza quasi totale di salumi e desidero che al più presto mi spieghino il motivo. Trovi poco o nulla, ma 125 grammi di salame vengono quasi 6 dollari, per un attimo mi è sembrato di ritrovarmi in Svizzera con la bresaola della Valtellina che costava 6 franchi ed eravamo abbondantemente sotto l’etto. Seconda cosa, e qui mi è sembrato di rivivere Dublino invece, ma perché l’acqua costa così? Cioè, i prezzi delle bibite gassate e zuccherate sono alti per una scelta politica ed educativa chiara, ma perché un litro e mezzo d’acqua non costa meno di un dollaro? Ma uno che si deve bere?

L’ultimo punto è sulle porte sotto la metropolitana. Ogni stazione è praticamente ficcata in un centro commerciale, per uscire bisogna attraversare sbarramenti, tornelli, vetrate. Bene, io direi che ste porte rompono anche le palle, non credete? A parte che pesano un’ira di Dio e poi dobbiamo ogni volta fare sta specie di staffetta e passaggio del testimone che consiste nel “Tu la tieni aperta a me che io la tengo aperta a lui e via così, all’infinito…?” Ma non si potevano evitare? Oppure non sarà mica che con il freddo che fa, volevate evitare un po’ di corrente e qualche colpo d’aria? Spero non sia così, altrimenti sarebbe il colmo per eccellenza.

 

Live from “Trono” (Qui Toronto si dice così)

“Ma che poi Er Catto è tutto un programma”. Non potevo scrivere il mio primo post da Toronto senza citare alla quarta parola l’impareggiabile baluardo della Ciociara. Così, senza motivo, ma era giusto, direi dovuto.

Bene, la cosa più importante del mondo e la notizia migliore è che oggi il webmaster della tv mi ha dato una dritta per vedere SkyGo. Mi sono scaricato una cosetta che è una bomba, ma una roba che potrebbe cambiarmi la vita qui a Toronto e rendermi tutto un po’ più facile, una di quelle cose che mi ha strappato un bel “E vai col Tango” come avrebbe detto il Dandi in Romanzo Criminale.

Passando alle cose di contorno è evidente che sia arrivato, viaggio buono, poco ritardo, quasi nove ora senza dormire. La pastiglia me la tengo per il ritorno, ho deciso cosi. Le ultime due ore le ho fatte addosso con un fardello pesante di malinconia, quella che non ho avuto per giorni, in attesa della partenza. Fa freddo, ma non freddissimo, questo è il dato più importante. Nel senso che quando leggi -18 sul telefono ti spaventi, poi esci da casa, senti l’aria che ti taglia un po’ la faccia ma si sopporta. Paradossalmente ho sentito più freddo gli ultimi giorni di dicembre a Roma che qui. Evidentemente parliamo di un clima diverso e il freddo si accoda a questo aspetto, cammino in giro e vedo canadesi più coperti di me, mi pare chiaro che qualcosa non torni.

Anyway, attualmente sono a casa di una famiglia di francesi. Dovrebbe essere un alloggio temporaneo, ma qui ci sono ancora alcune cose (come è giusto che sia, per carità) che vanno equilibrate e impostate. Oggi primo giorno di lavoro, redazione accogliente così come i colleghi molto disponibili e cordiali. Ho preso le misure al tragitto da casa all’ufficio e qui, come primo impegno, ho avuto lo stesso che mi affidarono in Irlanda il primo giorno: aprire delle buste e registrare le donazione ricevute dalla TV. Corsi e ricorsi. Incroci e coincidenze.

Il fuso-orario l’ho già abbastanza digerito. Ieri sono morto sul letto intorno le 21 e ho dormito 8 ore di fila, sonnecchiando le altre due prima della sveglia. Diciamo che ho tarato il fisico, il resto ovviamente è tutto un divenire. Avrei altre 1674 cose da dire ma non saprei bene come riordinare il post, anzi, non ho troppa voglia di dilungarmi. Qua sono da poco passate le 21, ma io ho sonno, o comunque una specie di sonnolenza e se ci scappa magari mi riaddormento pure stasera al volo.

Gli aggiornamenti ulteriori arriveranno nei prossimi giorni, per ora accontentatevi di questo. Siate comprensivi.