Doveva essere il mio giorno…

Doveva essere il mio giorno, ed invece non lo è stato. Per mesi, io e Bianca, abbiamo fantasticato su questa data, ma alla fine, solo lei oggi ha discusso la propria tesi. Mentre lei parlava di linguistica in Aula Moscati, davanti al “Presidente”, io ero a casa in pigiama che mangiavo i Ringo ascoltando Radio Radio. Poteva essere una data speciale, invece si è trasformata in una giornata uguale a ieri e molto probabilmente troppo simile a domani. Peccato, ma stamattina mentre ero in ascensore, pensavo che oggi si è forse consumato l’ultimo atto della mia Dunkerque (la Caporetto inglese) e quindi è bene veramente lasciarsi tutto alle spalle. Potevo essere il primo laureato della “Cerchia”, ma sarò il secondo, sono felice che il mio predecessore sarà uno forte, uno che merita tutto ciò che sta ottenendo, quindi andrà bene lo stesso. Non è più il momento di rancori e lamentele, c’è solo da lavorare e fare qualche sacrificio in più. Se a metà dicembre non parlerò di prostesi eufonica ma dell’ala revisionista del Labour Party, chi se ne frega, sarà bello uguale, o almeno farò tutto il possibile per rendere quel momento comunque importante.

Tutto rinviato di sette settimane quindi.

Sette settimane per riscrivere una storia nata male o sarà pianto e stridor di denti, ma tutto, dipenderà da me. 

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