La tettoia

Uno dei nostri storici nemici d’infanzia, non è mai stato né l’uomo nero, né tanto meno qualche mostro strano, bensì la tettoia. Questa copertura, si trovava sul muro di cinta del grande piazzale del condominio in cui abita mia nonna, e divideva il cortile, dal confinante concessionario, il celebre Giocher Auto. Il muro, all’altezza dei parcheggi 45-46 e del palo di legno che teneva su i tralicci della corrente, è stato la nostra porta per le partite memorabili che disputavamo il pomeriggio dopo aver fatto i compiti. Abbiamo iniziato a giocare con la barra metallica della porta che ci arrivava ben oltre la testa, e quindi era la traversa, e abbiamo smesso che la barra stessa non superava nemmeno le nostre spalle, in sostanza eravamo più grandi della porta. La tettoia però, posta ad almeno 4 metri d’altezza, era il luogo senza ritorno, se il pallone finiva lassù, il pomeriggio, terminava fra imprecazioni ed insulti di ogni genere al colpevole che aveva spedito la palla in un posto inaccessibile. Il problema è che questo inconveniente capitava spesso, cercando di emulare Giannini, Baggio, Zamorano (nel mio caso) partivano scarpate assurde che chiudevano le partite anzitempo, i palloni che finivano sopra la tettoia erano persi, per sempre. Per anni abbiamo usato il “Tango” poiché il “Super Tele” e il “Super Santos” andavano troppo a vento e quelli di cuoio erano pericolosi per le macchine, le quali correvano costantemente il rischio di essere abbozzate. A tal proposito, sullo specchietto della Rover verde completamente distrutto, vige ancora una sorta di segreto di Stato e l’omertà più pura. Solo dopo anni di palloni buttati, Piero, il padre di Chicco e Paolo, sperimentò una “supercanna” (presa nella fratta fra via dei Durantini e via Filippo Meda) con un cerchio di ferro all’estremità che riusciva ad agganciare i palloni e a tirarli giù dalla tettoia. Per questa ragione, Piero, è entrato nella storia del palazzo e per quanto mi riguarda, ci rimarrà per l’eternità. Da circa un mese, però, sono iniziati dei lavori di smantellamento del vecchio concessionario confinante, ed anche la tettoia è stata del tutto abbattuta. Ieri pomeriggio, mentre ero nel parcheggio, prima di risalire in macchina, ho guardato quel muro senza il suo “cappello”, mi ha fatto uno strano effetto, il nemico ormai non c’è più, ma nessuno di noi è così felice.

Approfitto dell’occasione, e rinnovo i miei più sinceri auguri ad Antonio, Campione del Mondo di compleanni, e a Matteo (Il Patata/Carlitos Tevez) che da ieri pomeriggio è sempre più dottore, dopo aver discusso la tesi di specialistica in Economia. In cinque anni precisi, ha chiuso il suo percorso alla grande, quindi, merita un plauso speciale. Congratulazioni ancora.

Dialogo della giornata

Matteo: ”E’ da ieri che dopo la laurea mi domando a chi devo dedicare la mia tesi, di certo non alla mia famiglia, ho alcune idee, ma devo scegliere per bene”.

Antonio: ”Per me la dedichi a Fermata, oggi è solo 15 ottobre…”.

 

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(Pallone ufficiale del cortile di via delle cave di Pietralata n. 89).