Fin qui

Se potessi tornare indietro, cancellerei immediatamente questi ultimi tre mesi. Dai primi di agosto in poi, non trovo granché da salvare. Il mio ultimo apice, è stato senza dubbio il 10 luglio, dopodiché poco altro, anzi è iniziato un periodo in cui una serie di cose negative si sono susseguite fino ad accavallarsi in maniera costante. Dal personale/privato, al familiare, sino all’università, il filo rosso si è srotolato su ogni livello causandomi diversi problemi che non sono ancora stati risolti.

La grande questione, in realtà, si è spostata dentro di me e proprio qui, continua di fatto ad abitare. Negli ultimi due anni in particolare, ho creduto di essere una victory machine, per tutto questo tempo ho pensato di valere nove, ma ora che ho dovuto affrontare una sfilza di difficoltà ho scoperto in verità di valere cinque.

Questa rivelazione inaspettata, inevitabilmente, mi ha spiazzato, probabilmente mi sono sempre sopravvalutato e quindi faccio fatica a recuperare una certa dimensione, quella a cui ero fondamentalmente abituato.

In qualche modo sono riusciti a farmi perdere l’entusiasmo, pure all’università mi hanno spento, e questo è uno degli aspetti che mi infastidisce maggiormente, perché ho costruito la mia esperienza lì dentro grazie alla carica e alla volontà, tutte queste vicende mi hanno sottratto i miei punti di forza. Sentirmi dire: “Ma tu hai voglia di studiare?” è stato inaccettabile, anche per chi è piuttosto tranquillo come il sottoscritto, è una di quelle frasi che mi porterò dietro ancora per un pezzo e sulla quale continuo ad avvilirmi ogni volta che ci penso.

Detto questo, mi dà fastidio che qualcuno continui a sottolinearmi certe cose, sconfitte o fallimenti, non ho bisogno che certa gente mi metta davanti ad alcune verità, le conosco perfettamente e non ho bisogno di nessun sussidio. Non ho la minima necessità di questo tipo di persone, mi serve qualcuno con caratteristiche ben diverse e che magari sia in grado di dirmi qualcosa di utile.

Se dico insistentemente che voglio parlare con Gabriele è perché oltre ad essere depositario di alcune mie verità è uno di quelli che non mi dice mai frasi banali e tanto più non si esprime con espressioni scontate.

Comunque sia, fin qui ci sono arrivato, anche se invidio apertamente Chicco, non mi resta altro che continuare a marciare, quello che succederà domani e dopodomani, lo sanno in pochi.

 

P.S. Intanto, dopo un anno e mezzo, posso dire ufficialmente che sono uscito dal “ginepraio”, l’ho capito in maniera definitiva mercoledì.

 

I don’t think you live round here no more