Chiudete le valigie, si va a Liverpool! (Quanto fomento…)

 

“Se un giorno dovessi scappare, sparire, il primo posto all’estero in cui ti suggerisco di venirmi a cercare è Liverpool. Ma questo lo dico solo a te, è un nostro segreto”.

(Febbraio 2010)

 

È giovedì 22 novembre 2012, sono appena uscito dalla metro di Ponte Lungo e mi sto dirigendo verso la stazione Tuscolana. Devo prendere il treno per andare alla Muratella, mentre cammino parte dal mio I-pod “Mersey Paradise” canzone degli Stone Roses dedicata al fiume di Liverpool. Un verso dice: “She doesn’t care of my despair”, e io credo esattamente quello, anche perché sono ancora dentro una fossa e penso a quanto pagherei per essere proprio a Liverpool, quattro anni indietro, felice, forte e curioso. Sarà una giornata di merda, l’ennesima di un inverno drammatico, ma il Mersey è sempre nella mia mente.

 

Dopo aver stabilito che sarei venuto a Dublino, ho deciso che sarei tornato anche a Liverpool. Troppo vicine le due città, troppo ghiotta l’occasione, troppo bassi i prezzi della Ryanair per non attraversare il Mare d’Irlanda e andare. Sapevo che sarei tornato, mia nonna mi ha regalato i soldi al compleanno prima di partire dicendomi testuali parole: “Questi sono per te, con questi ci vai a Liverpool, la mamma mi ha detto che vorresti tornare lì”.

Alla fine il momento è arrivato, il biglietto è stato acquistato un mese fa, l’hotel prenotato, sfrutto il bank holiday del sei maggio per tornare nel Regno Unito.

Alcuni posti ti entrano dentro con il tempo, altri invece ti appartengono da subito e te ne accorgi immediatamente, Liverpool si può catalogare in questo secondo gruppo. Credo che questa città per me abbia molti significati: è stato il mio primo viaggio all’estero da solo, la prima volta in cui ho assaporato un totale ed inebriante sapore di libertà. È la città che ha ispirato la mia tesi su Hillsborough, è di fondo la città di Maria Grazia, perché se devo legare un volto femminile a questo posto non può essere nessun altro se non il suo. Ricordo quando tornando da Manchester mi precipitai alla Library per controllare se aveva risposto alla mia mail, ricordo quelle emozioni.

Liverpool è l’estate del 2008, quella dell’arrivo di Mourinho e soprattutto quella prima della terza serie. Per me, rimane l’anticamera dei brividi e di un’annata universitaria memorabile. Insomma, sono troppo legato a questa città e non è un caso se per lei faccio uno strappo alla mia regola, ossia quella di non tornare in località già visitate. Per Liverpool e New York esiste una deroga speciale. Per le mie due città, si può fare tutto.

Sono un filo emozionato perché tra poche sarò nuovamente davanti il Mersey, in mezzo agli Scousers, sotto il Liverbird, a casa.

Anche perché, prima o poi, tutti torniamo a casa.

 

 

CHIUDETE LE VALIGIE, SI VA A LIVERPOOL!

 

…’Cos you were there for me

Oh, and you set me free

To be what I want to be

With dignity

 

Heart as big as my hometown

Lay me down by water cool

Heart as big as the city

Heart as big as Liverpool.