La “Garra”

 

Tra i tanti obiettivi che mi ero posto prima di venire a Dublino ce ne era uno anche molto astratto ma tremendamente importante. Il mio intento era quello di riconquistare una cosa che avevo perso, quella Garra Charrua smarrita inevitabilmente nello scorcio finale del 2012.

Forse non tutti conoscono questa espressione sudamericana talvolta abusata nel calcio, ma la Garra Charrua è il coraggio, la forza e la perseveranza, la grinta di non mollare mai per provarci fino alla fine.

Questo termine ha una matrice latino-americana, precisamente uruguaiana, e deriva dai Charrua nome di una fiera popolazione che combatté fino all’ultimo contro gli esploratori europei.

Questa pervicacia, e l’intento di non arrendersi, sono elementi che negli anni sono stati affibbiati un po’ a tutti quei sudamericani grintosi, insomma la Garra è divenuta un marchio di fabbrica ed una garanzia.

Avevo perso tutto ciò come detto, e per me rimane emblematico il giorno in cui ho deciso che avrei mollato lo stage appena iniziato. Troppi problemi, troppe urgenze ed il morale sotto terra, ma con il tempo ho capito che avrei abbandonato tutto anche se mio padre fosse stato bene, anche se non avesse avuto così tanto bisogno di me.

Quella decisione mi ha fatto sentire in parte un codardo, ma non avevo ne la forza e nemmeno la voglia per potermi imbarcare in un’esperienza del genere in quel momento preciso.

Ho mollato, per la prima volta in vita mia. Capita anche questo e ancora oggi se penso a fine novembre credo che non avrei comunque potuto fare diversamente.

Dopo aver deciso che sarei venuto qui a Dublino ero consapevole che mi stavo infilando in un’avventura importante, per alcuni aspetti un salto estremo, una sfida totale. Se i primi giorni sono stati lunghi e complicati, da San Patrizio in poi ho trovato un po’ alla volta quella determinazione che mi ha portato fino in fondo. Non avrei potuto mollare, per nessun motivo al mondo. Non avrei mai permesso a me stesso di lasciare anche stavolta un discorso a metà. Non sarei mai tornato a casa a testa bassa, avrei lasciato l’Irlanda solo in seguito ad una fucilata. Ho riacquisito lentamente quella motivazione, quella grinta e la testardaggine di arrivare in fondo malgrado tutto perché un impegno si porta a termine, soprattutto se è una grande esperienza.

Tante cose ho trovato a Dublino, alcune le ho semplicemente riscoperte, ciò non significa che sia tutto risolto e che l’happy ending sia dietro l’angolo, ma aver riottenuto un po’ di Garra, per me era essenziale.

 

 

Un anno fa iniziavo il mio stage, la prima volta in una televisione. Dodici mesi dopo sono a Dublino a studiare. Direi che malgrado tutto non mi posso lamentare.

 

irlanda, dublino, viaggi, garra charrua, uruguay

 

(Mi sono tenuto leggero oggi a pranzo…)