What I haven’t told you yet

 

Non vi detto ancora molte cose su Dublino e considerando che il tempo stringe voglio svelarvi qualche dettaglio in più. Ad esempio non vi ho raccontato che ogni giorno penso a Elena e ora vi spiego anche il perché. Due anni fa, durante il mio part-time, sentii la mia ex collega parlare con la nostra coordinatrice e disse che amava Dublino, la sua città preferita. Dal 3 marzo mi domando come sia possibile che qualcuno possa adorare questo posto. Ogni giorno mi pongo tale quesito, la risposta non l’ho mai trovata, prima o poi tornerò su Facebook solo per chiederle questa cosa.

Prima di pensare a Elena però, appena mi sveglio, la prima persona che ho in mente è sempre Dejan Stankovic, “Il Drago”. Perché questa follia? La risposta è semplice. Io appena scendo dal letto faccio la stessa cosa che fa Deki in campo, con entrambe le mani mi sistemo i pantaloni tirandoli un po’ giù dai lati. Ogni mattina questa è la mia prima azione, ogni mattina penso a Dejan, è ovvio che la cosa innaturale rimane il fatto che io sappia questo gesto di Stankovic.

Se mi volete cercare sulla mappa vi dico anche che il mio residence è al 18 di Ballymoss Road, fermata Stillorgan della Luas verde. In 20 minuti arrivo in centro, ossia a St.Stephen’s Green e da lì in 15 minuti raggiungo scuola in Pearse Street.

In questa esperienza ho capito qualcosa in più anche sotto il profilo dei rapporti e della amicizie. Avevo avuto già delle risposte importanti durante l’autunno-inverno nero, in Irlanda ho avuto soltanto conferme e rimango dell’opinione che non serve più di tanto selezionare gli amici o scremare i rapporti, la vita lo farà per noi. Per questo dico e ripeto che solo 6 persone ci sono state e faccio pure i nomi in rigoroso ordine alfabetico: Antonio, Alfredo, Daniele, David, Gabriele e Ilaria. Non dimentico però nemmeno Teoria, in particolare per dei messaggi e delle testimonianze di affetto reale. Ecco, questi c’erano, questi ci sono stati. A loro va nuovamente il mio grazie.

Gli altri? Io ho la coscienza pulitissima.

Vi devo aggiornare sui miei soprannomi: il primo ad etichettarmi fu Xavi, spagnolo di Barcellona che mi definì colui che ha The power in his mind, David (spagnolo di Madrid) nell’ultima settimana mi ha nominato The Football Nerd e anche Wikipedia, credo di averlo scioccato quando sul tram gli ho ripetuto a memoria e all’improvviso la formazione del Real Madrid stagione 95-96.

Altra cosa, la storia che la Guinness a Dublino abbia un sapore diverso dal resto del mondo è una favola. Chi lo dice è vittima di pura suggestione, non credete alle leggende metropolitane, viviamo in un mondo globalizzato, ricordatevelo.

What else? Ah sì, non vi ho detto che Dublino è piena di senza tetto e mendicanti, li trovi ovunque, dormono dappertutto, di certo non danno lustro alla città anche perché in pochi si aspettano questo scenario quando arrivano qui.

Infine, rimango di una idea: una delle versioni peggiori dell’essere umano che il Padreterno ha creato è quella del teenager britannico teppistello e arrogante. Statene alla larga il più possibile.

 

 

dublino, irlanda, viaggi, riflessioni

 

Ecco qui invece il “Betting Team” che giovedì sera NON ha sbancato lo Shelbourne Stadium in occasione della corsa dei cani. (Philipp da Heidelberg, Io, Pedro da Belo Horizonte, Julian da Losanna, Giacomo da Tor Sapienza).