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Vede, di cose negli ultimi mesi me ne sono successe e la maggior parte sono state tutte brutte a parte Dublino. Ecco, io le parlo sinceramente e le dico che sono stato espropriato del mio cuore, sto rinunciando al mestiere che sognavo da fare fin da quando ero piccolo, ho avuto un lutto, ho sofferto moltissimo ed il futuro mi pare piuttosto grigio e tetro. Considerando tutto questo, le dico che a parte l’affetto dei miei cari mi è rimasta ancora una cosa: la mia squadra.

Lei non potrà capire, come fa d’altra parte? Il punto è proprio questo, ma lei chi è? Cosa vuole? Da dove viene? Quale REALI intenzioni ha? Perché vuole rovinare noi? Se devo essere onesto io temo proprio questo. Io non voglio lei Signor Thohir, a me non interessa l’Indonesia, la sua ricchezza, i suoi propositi, il fatto che twitti “Amala”. Io tifo per l’Inter Mr. Thohir, e la mia squadra appartiene alla storia del calcio. L’Inter appartiene alla città di Milano avendola rappresentata in tutti i campionati di Serie A, l’Inter è la famiglia Moratti, un binomio inscindibile.

Siamo una squadra diversa e non dico questo perché è il tipico pensiero di ciascun tifoso, sostengo questo perché non le pare unico e meraviglioso che nella nostra storia, padre e figlio, a distanza di quattro decenni abbiano portato l’Inter, la loro Inter, in vetta all’Europa e al Mondo? Dove è mai successo un qualcosa di simile? Da nessuna parte. Le ho citato questo fatto, il più emblematico, il più chiaro, quello che sottolinea cosa siano I Moratti per l’Inter.

Io non la voglio, non voglio lei come non vorrei tutti quelli come lei. A me non piacciono i ricconi esteri, i megalomani, la gente che con il denaro pensa di poter comprare tutto. Lei non ha nulla a che vedere con noi, con la nostra cultura, con i nostri sentimenti. Lo so perché lei sta cercando di ottenere la maggioranza del club, lo so che tra essere l’azionista di maggioranza dell’Inter e un socio importante c’è differenza. Lo so, perché conosco il suo obiettivo: la pubblicità, la fama, l’attestazione. Di tutto questo noi ne facciamo a meno, che lei voglia farsi pubblicità abbinando il suo faccione glabro al nostro nome è ciò che mi fa maggiormente schifo.

L’Inter non è un giocattolo, l’Inter è un sentimento come disse il nostro presidente Moratti. Detesto club come il Manchester City e il PSG, quelli che si stanno comprando tutto, quelli che però tra qualche anno, quando i loro sceicchi si saranno annoiati (un giocattolo dopo un po’ annoia sempre) finiranno nel baratro, forse eternamente. Le vicende del Malaga sono emblematiche, non trova? Non capisco quegli interisti che invocano il suo arrivo, non so cosa possa passare per queste menti perverse: sogni di gloria? Convinzioni? Soluzioni ai problemi? Io non credo in nulla di tutto ciò e mi sto rendendo conto che una lieve ma crescente ondata di indignazione sta comunque salendo contro di lei.

Preferisco giocare per il quinto posto, per l’Europa League e vendere un big all’anno puntando sul nostro settore giovanile (tra l’altro il migliore d’Italia da anni) che finire nelle sue mani. Non mi interessa vincere uno scudetto con la sensazione che possa finire tutto all’improvviso e sprofondare per colpa sua quando si sarà stancato.

Mi permetta un’ultima domanda: ma lei dove era quando Mihajlovic sbagliò il rigore in Inter-Roma nel 1994 e ci salvammo? Dove era il 5 maggio del 2002? Dove era la sera di Madrid? E il 18 dicembre 2010? Lei non sa nemmeno di cosa sto parlando. Questa è la verità, questa è la cosa più triste.

Dicono che sia il “Berlusconi di Indonesia” considerando il suo potere mediatico, perché allora non compra il milan che nel giro di qualche mese potrebbe avere il proprio presidente a San Vittore?

Noi siamo l’Inter, siamo diversi, stiamo tra di noi e abbiamo una storia che dobbiamo difendere.

Per quanto mi riguarda, Thohir dei miei coglioni, lei non è il benvenuto.

 

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