La cena di Natale irlandese

Un giorno, presumibilmente molto lontano, potrò raccontare ai miei nipotini, davanti a un camino, di aver partecipato quando ero giovane a una cena di Natale in Irlanda.  Questo è quello che è successo martedì scorso, una giornata infinita, lunga, stancante ma anche molto interessante. Dopo aver chiuso il giornale e aver lasciato la redazione alle 18, ci siamo imbarcati su un pullmino privato con il quale siamo arrivati alla mega tipografia di City West, il luogo in cui si stampano gran parte dei giornali irlandesi, fra cui quello per cui lavoro io. Un capannone enorme in una zona industriale, un posto che in pochi minuti ha subito catturato la mia fantasia. Il tour è durato un’ora ed è stato bello condividerlo con tutti i componenti della redazione, una specie di gita scolastica. Abbiamo visto tutti i passaggi della stampa di un giornale, sofisticate attrezzature, mezzi e dispositivi ultra moderni e 60 persone che ogni giorno lavorano per permettere ai lettori di poter avere le necessarie informazioni sui quotidiani. Fantastico il momento in cui ci siamo trovati nella parte finale della catena di montaggio: uno spazio enorme in cui eravamo sovrastati da rulli e giornali che viaggiavano ad una velocità incredibile in diverse posizioni, una sorta di mega montagna russa impossibile da seguire e capire considerando il modo in cui si avviluppava. Altra cosa che mi ha strabiliato sono stati i rotoloni di carta che vengono usati per la stampa. Roba alta più di un metro e lunga quasi due km se venisse soltanto estesa tutta per un attimo, così per gioco. Con ogni rullo si stampano 32 mila copie di giornali, una quantità mostruosa. Salutato questo luogo quasi fatato, siamo tornati nel centro città per un aperitivo. Dopo invece, abbiamo attraversato la strada e siamo andati a cena. Il tavolo si è diviso subito: maschi da un lato e femmine dall’altro, tipo le cene ai tempi delle superiori. Si è parlato e sparlato un po’ di tutto, ed io me la sono cavata anche quando sono stato tirato in mezzo in maniera ironica. Finito il pasto, buono ma non eccezionale, quando l’orologio segnava quasi mezzanotte, siamo andati in altro pub, per una bevuta finale alle quale io ovviamente non ho preso parte. Una birra alle 20 e un bicchiere di vino a cena per me era sufficiente, non per i miei colleghi che si sono bevuti di tutto nelle tre occasioni. Quello che a me sciocca ogni volta è la capacità di questa gente di poter bere qualunque cosa, mischiando tutto, ogni gradazione, ed essere sempre vigili e attenti, mai sbronzi. Fantastici. All’una il mio direttore ha deciso che era il momento di andare, abbiamo preso il taxi e siamo tornati a casa, e lì, dopo un limoncello alle 2 di notte, mi sono disteso su letto immediatamente, come si avessero appena sparato in pieno petto.

La cena di Natale irlandeseultima modifica: 2013-12-06T20:21:53+01:00da matteociofi
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