E’ vero

 

Non lo so con certezza, diciamo che una serie di spiegazioni al fatto che ieri fossi un po’ sfomentato (non mi veniva un’altra definizione) credo si possano ricondurre ad alcuni aspetti magari banali ma che hanno il loro significato. Uno potrebbe essere il tempo, sì ormai piove da 6 giorni, non si vede più il sole e l’estate sembra già lontana anni luce. Un meteo che probabilmente sta cercando di farmi entrare in clima Dublino anche se io avrei preferito godermi gli ultimi spiragli di caldo, di quelle che una volta venivano chiamate le “ottobrate romane”.

Ottobre appunto, un mese che lo scorso anno fu l’inizio di tutti i guai possibili ed immaginabili ed il motivo per cui monitoro mio padre da lontano e cerco di capire insistentemente e in maniera continua il suo stato fisico è proprio per questo, una specie di ricorrenza, lo scruto perché sono memore degli ultimi anni e vorrei partire sereno, per lui prima di tutto e per me subito dopo.

Proprio come lo scorso anno, a certificare e confermare certi ricordi, ieri ho ricevuto la mail del Career Day di Tor Vergata dove mi recai mercoledì 24 ottobre 2012 prima di andare a riprendere mio padre appena dimesso dal Santo Spirito.

A questo alone di pesantezza, c’è da aggiungere quello relativo ai saluti. Io sono un incrollabile malinconico e per questo non mi piace salutare la gente prima di partire, mi intristisco. Lo so che riparto per due mesi (9 settimane per la precisione), so che non è la prima volta, ma io eviterei di salutare tutti, per egoismo, per non avere quella sensazione ufficiale del distacco.

Mercoledì in fondo ho salutato solo La Bionda e l’abbraccio è stato meno triste di quello del 28 febbraio scorso, quel giorno, malgrado la laurea di David, era davvero afflitto per molte ragioni, di certo non come l’altro ieri ma è il gesto in sé per sé che mi immalinconisce puntualmente.

Insomma tutta questa sfilza di fattori mi hanno fiaccato un po’, poi pensi che l’avventura è alle porte e sta per cominciare e sai quanto ti giochi. Sai che giocandoti tanto puoi anche perdere tanto e la paura o qualche timore subentra, soprattutto quando ci tieni molto.

Ma in certi casi dicono che la paura sia d’aiuto, perché ti fa vedere veramente i pericoli e i rischi, ti dà coscienza di te stesso, dei tuoi limiti così come delle tue possibilità.

Proprio come quando Alfredo, seguendo una frase di Sun Tzu, alla vigilia dell’esame di Storia Contemporanea, mi scrisse che “Chi non sa riconoscere i rischi in una battaglia non può comprenderne i vantaggi, lascia anche che ti tremino le gambe”.

È vero. Come si può dare torto al saggio Maestro Sun?

 

 

 

“Nella nostra vita frettolosa, assordante, sono maledettamente poche le ore in cui l’anima può diventare cosciente di se stessa, in cui tace la vita dei sensi e quella dello spirito e l’anima sta senza veli davanti allo specchio dei ricordi e della coscienza”.

(Hermann Hesse)